L’Etna, il vulcano in attività più grande d’Europa, sta scivolando verso Malta, e gli scienziati avvertono: potrebbe creare uno tsunami catastrofico.
Il capo del dipartimento di geologia dell’Università di Malta, la dott.ssa Pauline Galea, ha riferito a TVM che il rischio di un disastro naturale esiste, anche se è difficile prevedere se e quando ciò possa accadere. Malta e l’Italia stanno comunque lavorando congiuntamente per rafforzare il monitoraggio dei terremoti nel Mediterraneo, e impostare un sistema di allarme in caso di tsunami nelle isole maltesi.
La sismologa Pauline Galea e altri scienziati che osservano l’Etna in Sicilia sono stati per lunghi anni consapevoli che la parte situata ad est vulcano si sta muovendo in direzione sud verso il Mediterraneo centrale, con una media di due o tre centimetri all’anno.
Uno studio condotto da un gruppo di scienziati, tra cui l’Università di Kiel in Germania, ha concluso che i rischi sono un po’ più reali di quanto si pensasse in precedenza, perché se questa parte del vulcano scivolasse improvvisamente in mare, potrebbe causare uno tsunami, che potrebbe avere conseguenze disastrose per l’intera regione del Mediterraneo centrale. Come già accaduto circa 7 mila anni fa, quando un’altra parte dell’Etna, sullo stesso versante orientale, crollò generando un grande tsunami nell’est e nel centro del Mediterraneo.
La dott.ssa Galea ha precisato che l’Etna è un vulcano molto attivo in grado di generare movimenti e crepe che possono essere catastrofiche. Non si esclude, tuttavia, che l’evento non abbia luogo.
La situazione resta comunque monitorata, grazie anche all’aiuto di fondi europei dai dipartimenti di competenza degli atenei di Malta, Catania e Palermo, insieme alle protezioni civili maltese e italiana, pronte a lanciare un immediato allarme in caso di imminente tsunami nelle isole maltesi.