Domenica 8 dicembre due manifestazioni di segno opposto hanno animato la giornata dell’Immacolata. Malta è un Paese lacerato e la classe dirigente non sembra in grado di modificare questa situazione.
Nel tardo pomeriggio di ieri una nuova e imponente manifestazione a Valletta chiedeva giustizia per Daphne Caruana Galizia e le dimissioni immediate di Joseph Muscat. Promossa da associazioni della società civile ieri la protesta ha segnato l’adesione pressocchè totale dei media maltesi, riuniti per chiedere la verità sull’attentato che ha ucciso la giornalista investigativa.
Sempre nella giornata di ieri Joseph Muscat ha incontrato una folla di sostenitori a Naxxar. Centinaia di persone sono accorse per sostenere il premier, che è apparso sul palco con a fianco i due contendenti alla successione, l’attuale vice premier Chris Fearne e il parlamentare Robert Abela.
Di fatto il Paese sembra profondamente lacerato e con una classe dirigente incapace, per il momento, di trovare una soluzione alla crisi che non sia quella giudiziaria.
L’assassinio di Daphne Caruana Galizia, un crimine orrendo che vede coinvolto l’ufficio del Primo ministro, non sembra essere un elemento in grado di modificare gli assetti politici. Joseph Muscat, sebbene abbia rassegnato delle dimissioni che saranno operative dalla fine di gennaio, è saldamente al comando. Un recente sondaggio ha dimostrato chei maltesi continuano ad attribuirgli la piena fiducia, con solo una piccola erosione percentuale in termini di consenso.
Sempre ieri ha fatto sentire la sua voce l’ex Presidente Marie-Luise Coleiro Preca che ha affidato a facebook la sua prima riflessione sui recenti fatti giudiziari. «Tutte le persone delle istituzioni coinvolte a qualsiasi titolo in questa vicenda dovrebbero immediatamente rassegnare le dimissioni», aggiungendo che «il Paese non può permettersi questa impasse».
Insomma, se i sondaggi dicono che il futuro è ancora del Partito laburista, e con tutta probabilità dell’attuale vice premier Chris Fearne, la dinamica processuale e politica sembra rispondere che il futuro sarà all’insegna dell’instabilità.