Il Vincent Moran Health Centre di Paola, completato lo scorso mese di maggio, ha subito una brutta battuta d’arresto che ha costretto il Ministero della Salute a intervenire, rescindendo il contratto con l’appaltatore responsabile del progetto dell’hub regionale a causa del ritardo nel completamento dei lavori.
In sostanza il Centro c’è, è pronto e nuovo di zecca, ma parrebbero mancare alcune attrezzature e dei certificati di conformità che ne impediscono l’effettiva operatività.
Lo stesso Ministero, in un comunicato stampa, ha spiegato che l’azione si è resa necessaria dopo una serie di valutazioni compiute insieme alla Fondazione Servizi Medici durante la quale «si è cercato di trovare soluzioni ma, nonostante i ripetuti tentativi, l’appaltatore non è riuscito a rispettare le scadenze critiche causando continui ritardi nel progetto». La fondazione ha emesso diverse sanzioni e il Ministero ha partecipato ad un procedimento giudiziario contro l’appaltatore giunto ormai alla fase finale.
Ora, per garantire che la struttura sanitaria di Paola possa somministrare i servizi al pubblico nel più breve tempo possibile, dopo aver rescisso il contratto con l’appaltatore “ritardatario”, la fondazione si sta attivando per «proseguire il più possibile gli ultimi lavori e accelerare il completamento delle opere».
Il Ministero ha sottolineato che l’appaltatore è sempre stato pagato secondo i termini contrattuali, «ma abbiamo anche l’obbligo di garantire che i fondi pubblici siano utilizzati nel migliore interesse delle persone».
«La nostra prima priorità rimane la salute dei nostri pazienti e ci impegniamo a fornire questa struttura cruciale senza ulteriori ritardi» ha dichiarato il Ministero, aggiungendo che continuerà a lavorare affinchè la struttura possa essere operativa il prima possibile, e iniziare ad erogare davvero i servizi sanitari a favore della comunità.
L’appaltatore nell’occhio del ciclone è la Technoline, una delle aziende finite al centro delle cronache poiché coinvolte nei procedimenti penali istituiti attorno allo scandalo privatizzazione ospedali pubblici sull’accordo truffa tra governo e Vitals/Steward Healthcare.