Dopo oltre tre anni Lassana Cisse può riposare in pace. La salma del 42enne ivoriano ucciso il 6 aprile del 2019, è stata infatti trasportata nel suo Paese d’origine dal governo maltese.
Il volo è partito da Luqa nella giornata di sabato, stesso giorno in cui i familiari hanno potuto dire addio a Lassana con un vero funerale. Alle esequie erano presenti la moglie dell’uomo e i due figli, un maschio e una femmina, rispettivamente di 14 e 4 anni.
Sul volo per il rimpatrio della salma era presenti l’attivista per i diritti umani Maria Pisani, accompagnata da un funzionario del Ministero degli Esteri del governo maltese. Proprio il governo dello Stato insulare ha interamente finanziato il trasporto.
La moglie di Lassana ha inoltre beneficiato di alcune raccolte fondi destinate all’istruzione dei figli, giudicate dalla donna come un atto di gentilezza nei loro confronti. Interpellata dai media maltesi, Pisani commenta così il ritorno dell’uomo nella sia Costa d’Avorio: «Accompagnare Lassana e mostrare compassione ai suoi parenti non lo riporterà indietro, e la sua famiglia è costretta ad andare avanti senza di lui. Tuttavia, il nostro addio non è stato segnato dalla rabbia o dall’odio, ma dalla comprensione umana condivisa».
Si conclude così una delle vicende più oscure vissute a Malta negli ultimi anni: l’omicidio di Lassana Cisse sarebbe infatti riconducibile a motivi razziali, ed è il primo caso in assoluto documentato sull’isola. Accusati di avere sparato all’uomo da un’auto in corsa sono due ex militari maltesi, Francesco Fenech e Lorin Scicluna. I due, ancora in attesa di giudizio, avrebbero inoltre tentato di uccidere altre due persone di colore, Ibrahim Bah e Mohammed Jallow, rimasti gravemente feriti. Fenech e Scicluna, che all’epoca dei fatti erano appena ventenni, si sono sempre dichiarati innocenti.