Nel 2017 le emissioni stimate di anidride carbonica in Unione Europea, che rappresentano circa l’80% dei gas responsabili dell’effetto serra nel Vecchio Continente, sono aumentate in media dell’1,8%, segnando un peggioramento rispetto all’anno precedente.
I dati Eurostat evidenziano come gran parte dei Paesi UE, nonostante gli sforzi orientati al contenimento del surriscaldamento globale, siano ancora lontani dagli obiettivi fissati con gli accordi internazionali sul clima di Parigi, con le virtuose eccezioni di Finlandia e Danimarca che hanno ridotto le stesse emissioni inquinanti oltre il 5%.
Ma a preoccupare gli addetti ai lavori è la netta inversione di tendenza del caso maltese, che, dopo i miglioramenti del 2016 scaturiti in buona parte dalla chiusura della centrale elettrica di Marsa, fa registrare il dato peggiore tra tutti i Paesi UE, seguito a doppia cifra dalla sola Estonia con l’11,3%.
Un incremento rilevante per l’arcipelago che, tuttavia, impatta in maniera trascurabile sul dato complessivo europeo: se l’Italia, con il suo 3,2% di aumento, rappresenta oltre il 10% delle emissioni europee, Malta con il suo 12,8% incide sul totale UE solamente per lo 0,05%.
Una rilevazione che è giunta in concomitanza con la 5a edizione del Valletta Green Festival, rassegna incentrata sui temi ambientali, quasi a voler ricordare, e suggerire, che è forse arrivato il momento di un auspicato passo avanti in ambito ecologico, verso un modello di sviluppo, e di mobilità, che possa rivelarsi sostenibile anche nel lungo periodo, magari partendo dalla costruzione di una rete capillare di piste ciclabili.