Dopo una diatriba che andava avanti da diversi anni, le Autorità hanno messo la parola fine alle regole anti-tatuaggio per gli agenti di Polizia. Da giovedì scorso, infatti, gli Ufficiali ed i candidati potranno avere dei tatuaggi visibili su alcune parti del corpo, in base a una serie di criteri.
«Le nuove modifiche alle regole appena introdotte riflettono i cambiamenti culturali nella società. Inoltre, l’innovazione dovrebbe aiutare ad attirare più giovani a lavorare nella polizia» ha affermato il ministro dell’Interno Byron Camilleri, aggiungendo: «Preferirei non giudicare una persona sul fatto che abbia o meno un tatuaggio, ma in base alle sue capacità e al modo in cui si comporta sul posto di lavoro, perché stiamo parlando di agenti di polizia».
Pertanto, d’ora in poi, chiunque faccia domanda per entrare nel corpo di Polizia dovrà inviare le foto dei propri tatuaggi, che saranno esaminate da una Commissione presto appositamente istituita. Criterio fondamentale è che non ricoprano il viso, il collo ed i palmi delle mani, a meno che non si tratti di questioni mediche.
Non saranno inoltre ammessi tatuaggi offensivi, a sfondo politico, razziale o che inneggino a qualche forma di discriminazione.
Stessa cosa varrà anche per gli Ufficiali già in servizio e che fino ad ora erano obbligati a celare sotto l’uniforme i segni di inchiostro sulla pelle.
Secondo quanto dichiarato dal vice commissario di Polizia Ramon Mercieca a TVM news, prima dell’introduzione del nuovo regolamento, gli agenti con tatuaggi visibili erano esposti alla possibilità di subire denunce ed azioni disciplinari, fino alla rimozione dei disegni dal corpo.