Terrore e tortura. È quanto Brian Vella, condannato per un duplice omicidio, dice di aver visto e vissuto all’interno del carcere Corradino (CCF): è pronto a raccontare tutto davanti al giudice, sotto giuramento.
Come riporta il Times of Malta, Vella ha presentato una istanza alla Corte penale per denunciare il trattamento ricevuto in prigione, dove lui ed altri detenuti sarebbero stati costretti a subire violenze fisiche e psicologiche. I vertici della Correctional Services Agency hanno replicato sostenendo che le accuse sono false.
Nell’istanza presentata attraverso il suo avvocato Jason Grima, Vella spiega di essere stato dietro le sbarre per ben 21 anni e di averne viste di tutti i colori: «Una sistematica campagna di terrore, paura e tortura regna all’interno della CCF, condotta dalle guardie carcerarie con la benedizione e il permesso del direttore della prigione Alex Dalli, e della direzione».
Vella ha inoltre sostenuto che il 24 settembre 2018, lui e i suoi compagni di cella hanno visto le guardie carcerarie portare fuori dalla struttura un detenuto morto, e che l’episodio è rimasto segreto perché, evidentemente, era stato commesso qualcosa di illegale.
Nella denuncia, Vella racconta che le guardie sapevano che lui li aveva visti e da quel momento era iniziata una sorta di “campagna di persecuzione” attraverso la rimozione dei suoi diritti di ricevere visite, il trasferimento in un’altra divisione e l’improvvisa interruzione del suo lavoro in falegnameria che gli consentiva di guadagnare 300 euro al mese.
La ricostruzione di Vella è stata contestata dalla Correctional Services Agency che attraverso un portavoce ha fatto sapere che
«l’agenzia nega categoricamente le accuse» e che dimostrerà in tribunale che quanto ha riferito Vella non risponde al vero.