Da diversi anni affrontiamo il difficile tema dell’urbanizzazione di Malta, costantemente al centro di un moto incessante di edificazione di quartieri e zone che, spesso, si è trovato in forte contrasto con l’eredità storica dell’arcipelago, il cui valore è stato più volte accantonato o sovrastato a favore dei nuovi progetti imprenditoriali.
Proprio per questa ragione, nella giornata di lunedì la Camera degli Architetti e degli Ingegneri Civili (KTP) ha rilasciato un nuovo documento indicante le linee guida per i progetti pianificati per sorgere all’interno delle zone di rilevanza culturale che includono i grandi templi megalitici.
L’importanza di questa mossa del KTP non risiede tanto nel fatto che si tratta di una prima volta in assoluto per l’associazione, che mai prima d’ora aveva introdotto regolamentazioni atte a difendere le zone UNESCO assolvendo un compito che almeno originariamente spettava all’Autorità di Pianificazione, ma in quanto tale scelta comporterebbe l’emanazione di sanzioni in direzione di architetti o ingegneri civili che si trovino a violare suddette direttive.
In tal caso l’azione disciplinare a discapito del contravventore potrebbe spaziare, a seconda della gravità e dell’entità della violazione, dalla semplice ammenda amministrativa alla sospensione dall’incarico professionale:
«Nel ruolo di professionisti nel campo dell’architettura e dell’ingegneria è per noi imperativo affrontare la progettazione e la pianificazione di progetti di sviluppo all’interno delle zone dei siti del patrimonio mondiale dell’UNESCO con la massima cura e sensibilità»
Proprio in virtù di questo richiamo alla sensibilità verso il patrimonio culturale e storico del paese, KTP ha fornito una serie di linee guida volte a stabilire alcuni limiti sullo sviluppo in queste aree, fornendo inoltre alcune indicazioni tecniche su dimensioni, ingombro, progettualità e materiali impiegati.
Con queste premesse non risulteranno più accettabili sviluppi che finirebbero per alterare la visibilità e la vista dei luoghi d’interesse storico e del paesaggio circostante, effettuando ogni qual volta si intenda presentare una domanda di pianificazione il conseguente rapporto di valutazione dell’impatto archeologico.
Tali esami dovranno inoltre seguire le carte internazionali di conservazione come la Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e le carte del Consiglio internazionale sui monumenti e sui siti (ICOMOS), tra cui la Carta di Venezia, la Carta di Burra e il Documento di Nara sull’autenticità che forniscono linee guida sull’uso di materiali, tecniche e disegni coerenti con il carattere originale del sito.
Infine, per presentare una proposta in linea con le politiche e le linee guida per zone di carattere storico, gli sviluppatori dovranno inoltre consultarsi con le principali autorità e organizzazioni a tutela del patrimonio come la Soprintendenza ai Beni Culturali.
Una volta seguiti questi passi sarà onere della Camera degli Architetti e degli Ingegneri Civili monitorare e rivedere continuamente lo sviluppo per garantire la conformità ai regolamenti, alle politiche e alle linee guida di pianificazione pertinenti.