Nonostante l’inchiesta sia ancora in corso, è stato inaspettatamente demolito il cantiere di Kordin, a Paola, lo stesso nel quale lo scorso 4 dicembre perse la vita JeanPaul Sofia, estratto dalle macerie dopo un’operazione dei soccorritori durata oltre 15 ore.
Gli scatti, pubblicati mercoledì mattina sui social dall’attivista Wayne Flask, mostrano ciò che rimane dell’ex struttura di 5 piani: un mucchio di mattoni di cemento.
Sebbene non si conosca la data esatta in cui è avvenuta la demolizione, le foto spuntano ad una settimana di distanza da quando il Primo Ministro Robert Abela aveva scritto ed indirizzato una lettera al capo della magistratura, Mark Chetcuti, chiedendo spiegazioni per «l’inaccettabile ritardo» dell’inchiesta legata alla morte del ventenne.
Secondo Flask sarebbe questa la ragione per cui si è registrato un forte rallentamento nella ricerca dei colpevoli, chiamando in causa l’Industrial Innovative Solutions (INDIS), ovvero l’agenzia governativa che gestisce diverse aree industriali in tutta Malta, inclusa la zona di Kordin dove avvenne la tragedia che strappò la vita a Sofia: «Forse uno dei motivi di questo ritardo è che la scena del crimine è stata compromessa. Non so se il Primo Ministro ne sia a corrente, anche se presumo che i responsabili di INDIS debbano fornire delle risposte».
Vista la situazione, come sottolinea l’autore delle foto, sorge spontaneo interrogarsi su chi siano i responsabili che hanno dato il via alle demolizioni nel cantiere, ma anche su chi si è occupato dei lavori e, soprattutto, su quali persone o Enti avrebbero beneficiato dello smantellamento del luogo della tragedia che è costata la vita al povero ventenne.
Questa triste vicenda ha richiamato alla mente le analogie con un altro caso di cronaca, quello legato alla scomparsa di Miriam Pace, morta sotto le macerie della propria abitazione crollata a causa dei lavori di costruzione nelle vicinanze. Anche in quel caso, all’indomani della tragedia, gli appaltatori deciso di spostare i macchinari sul posto per ostacolare le indagini.
Come ricordiamo, il caso legato alla morte di JeanPaul Sofia ha portato la famiglia della vittima, gli amici, Ong, esponenti politici all’opposizione, fino ad arrivare alla presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, e, soprattutto, della madre del giovane, Isabelle Bonnici, a rivolgere numerosi appelli ad Abela per avviare un’inchiesta pubblica volta a determinare la verità sulle circostanze del tragico incidente.
Nonostante ciò, risulta ancora ferma la posizione del Premier sul «lasciamo lavorare la istituzioni», esortando però, ora, il magistrato incaricato ad accelerare i tempi, ormai inaccettabili, soprattutto dopo aver avuto «tutte le risorse necessarie a sua disposizione per fare bene, compresi i necessari esperti tecnici».