L’inchiesta pubblica istituita per far luce sulla morte di Jean Paul Sofia si è conclusa con un rapporto che evidenzia le colpe delle autorità nel crollo del cantiere di Kordin, dopo mesi di battaglie legali intraprese dalla madre della giovane vittima, Isabelle Bonnici.
Oltre all’obiettivo di determinare eventuali responsabilità dell’incidente e di far luce sulle dinamiche dell’assegnazione, l’inchiesta aveva inoltre l’obiettivo di esaminare più da vicino le regole e le politiche relative alla pianificazione, allo sviluppo e alla costruzione, valutando eventuali responsabilità dello Stato.
Il rapporto depositato nella mattinata di oggi sulla scrivania del Primo Ministro Abela, condiviso con la stampa e i parenti della giovane vittima, conclude come Malta Enterprise e INDIS non avrebbero mai dovuto approvare la proposta “oggettivamente carente sotto ogni aspetto“, inoltrata dagli sviluppatori del progetto, Kurt Buhagiar e Matthew Schembri, affermando inoltre come i funzionari delle due autorità dovrebbero “considerare le loro posizioni” alla luce della tragedia.
Grazie ad un metodo di valutazione che il rapporto definisce “irregolare, irrispettoso della legge e incompetente”, nonostante la commissione precisi come tale decisione non abbia direttamente determinato il crollo del dicembre 2022, la proposta è stata successivamente inoltrata al comitato per gli investimenti di Malta Enterprise per un’approvazione definita “superficiale” prima del definitivo timbro dell’INDIS. Una leggerezza che però, secondo il consiglio, non sarebbe sorretta da prove sufficienti per ipotizzare eventuali reati di concussioni o corruzione.
«La commissione ritiene che il governo sia responsabile della morte di Jean Paul» – la lettura delle conclusioni del rapporto secondo il leader nazionalista Bernard Grech – «devono assumersi le loro responsabilità e non continuare con l’atteggiamento del “tutto va bene”».
Numerose criticità evidenziate dall’inchiesta pubblica: dall’incapacità di Malta Enterprise di determinare la tipologia di proposta, l’esperienza e la revisione dei conti dei richiedenti, all’emissione di una lettera d’intenti da parte della stessa ME definita “strana” in quanto avvenuta poco dopo le ampie modifiche al piano aziendale apportante da AllPlus Ltd, fino alla scarsa vigilanza perpetuata dagli enti – specifica la commissione – spesso composti da “più amministratori che ispettori”, come nel caso riportato di JobPlus.
Tra le righe del report, inoltre, la commissione ha avanzato critiche sull’approccio dimostrato da OHSA – «deve scendere dalla torre d’avorio che si è costruita e iniziare a trattare gli incidenti non come numeri, ma come tragedie» – riprendendo le dichiarazioni dell’ex capo Mark Gauci durante l’udienza andata in scena lo scorso agosto.
Il risultato dell’inchiesta pubblica su Jean Paul Sofia potrebbe – e dovrebbe – segnare una pietra miliare verso la revisione dell’instabile regolamentazione vigente nel settore delle costruzioni richiesta attraverso alcune raccomandazioni, come l’introduzione con effetto immediato di una legislazione che regoli gli edifici indipendenti come quello di Kordin, l’introduzione di carte delle competenze per i lavoratori edili e lo stop ai percorsi accelerati di ordine di notifica di sviluppo attraverso il processo di pianificazione spesso riservati ai siti industriali.
Mentre nel pomeriggio la Camera si riunirà per discutere i risultati del rapporto, Abela fa sapere che un sottocomitato guidato dal suo capo della segreteria Glenn Micallef s’impegnerà ad attuare le raccomandazioni del rapporto, alcune delle quali già pronte e in procinto di essere tradotte in legge.