Gli insegnanti delle scuole primarie, secondarie e di sesto grado, sia statali che ecclesiastiche, incroceranno le braccia lunedì 27 novembre dopo che la Malta Union of Teachers (MUT) ha indetto uno sciopero a causa della mancata intesa con il governo sul nuovo contratto collettivo del settore.
Attraverso un comunicato, il sindacato ha inoltre emanato altre direttive che, già da lunedì 13 novembre, invitano gli educatori ad astenersi dallo svolgere una serie di attività come quelle relative ad audit e revisioni, lavori legati agli studi internazionali, riunioni tematiche e quelle organizzate durante il periodo curriculare e riunioni IEP.
Sempre agli insegnanti è stato detto di non organizzare o frequentare seminari, convegni, COPE indetti dalla direzione centrale né dare seguito a tutte le comunicazioni esterne ricevute da quest’ultima.
Dovranno inoltre astenersi dal presentare schemi di lavoro o materiali di pianificazione, effettuare esercizi di valutazione e comunicare tramite VLE (Team, MySchool ecc.). Stessa cosa per le prove d’esame annuali che non dovranno essere presentate. Al bando anche i colloqui e gli incontri con i genitori degli alunni.
Nel corso di una conferenza stampa indetta questa mattina, il presidente del MUT Marco Bonnici si è rivolto ai media maltesi affermando che l’azione fa seguito a due proposte di pacchetti finanziari avanzati dal governo che «non mostrano alcun rispetto per gli insegnanti».
Il Ministero dell’Istruzione replica: «le azioni del MUT sono fuori luogo»
A seguito delle azioni sindacali annunciate dal MUT in connessione con i negoziati sul nuovo contratto collettivo, il Ministero dell’Istruzione ha comunicato che «il Governo si impegna a proseguire in buona fede le trattative per questo contratto collettivo, tanto che è previsto per lunedì prossimo un incontro di conciliazione».
Fa poi riferimento a delle «proposte sostanziali, sostenibili e che migliorino le condizioni degli educatori nel nostro Paese» che lo stesso governo avrebbe già messo sul tavolo delle trattative, tanto da definire «fuori luogo» le azioni messe in atto in questa fase di colloqui dal sindacato degli insegnanti, «ingiuste anche nei confronti degli studenti e delle loro famiglie».
Il Ministero infine conclude ribadendo il suo apprezzamento per il lavoro di tutti gli educatori, «ed è con questo spirito che nei colloqui sul contratto collettivo cerca di migliorare le loro condizioni».