Non pochi italiani che vivono all’estero ignorano l’obbligatorietà dell’iscrizione all’Aire. Tutti i cittadini italiani che vivono all’estero per più di dodici mesi, infatti, hanno l’obbligo di farla.
L’Aire ovvero l’Anagrafe della popolazione italiana residente all’estero è stata istituita nell’ormai lontano 1990. Non hanno l’obbligo di iscrizione i cittadini che si recano in una altro paese per meno di un anno, oppure effettuano dei lavori prettamente stagionali.
Bisogna fare attenzione in quanto chi non si iscrive presso questa speciale anagrafe rischia di pagare due volte le tasse. Se risultate residenti in Italia dovete obbligatoriamente presentare la dichiarazione dei redditi, e versare la differenza delle imposte pagate nel paese dove state lavorando.
In questi giorni un parlamentare eletto in una circoscrizione estera (Marco Fedi del PD), ha fatto notare che molti italiani all’estero, per la maggior parte giovani lavoratori, ignorano questa norma e rischiano di pagare le tasse due volte senza usufruire del credito d’imposta. L’articolo 165 del Testo Unico Imposte sui Redditi è molto chiaro in materia, coloro i quali lavorano all’estero, non iscritti all’Aire, risultano residenti in Italia, e devono quindi pagare le imposte sul reddito in Italia. La conseguenza della non presentazione della dichiarazione annuale dei redditi, li esclude dal diritto a ricevere il credito d’imposta.
È molto probabile che lo stato italiano inizi ad indagare su chi è residente all’estero in maniera stabile, nonostante la norma al momento non preveda sanzioni per chi non si iscrive, è bene mettersi in regola il più presto possibile. Se non siete sicuri di un vostro trasferimento definitivo, è bene non avere fretta, infatti l’iscrizione all’Aire che vi permetterà di pagare le tasse all’estero, avrà come conseguenza immediata la cancellazione dal comune di residenza in Italia, la perdita del medico di base e la conversione di eventuali immobili dichiarati come prima casa in seconda casa, con tutti i costi del caso.
Al momento, aderendo ad una “voluntary disclose”, e dichiarandosi quindi residenti all’estero, si potrà accedere al credito d’imposta.