È stato divulgato oggi da Transparency International, ovvero l’Ente internazionale che opera in tutto il mondo per porre fine alle ingiustizie legate alla corruzione, l’edizione 2022 dell’Indice di Percezione della Corruzione (CPI).
Il CPI misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica in numerosi Paesi di tutto il mondo e, basandosi sull’opinione di esperti, assegna una valutazione che va da 0, per i Paesi ritenuti “molto corrotti”, a 100 per quelli invece più “virtuosi”.
Secondo il rapporto, nell’elenco composto da 180 Paesi, Malta si è classificata al 54° posto con un punteggio di 51 insieme a Ruanda ed Arabia Saudita, scivolando di qualche posizione verso il basso rispetto allo scorso anno.
L’arcipelago maltese resta ancora ben al di sotto degli standard degli Stati dell’Europa occidentale e dell’UE, che totalizzano in media 66 punti. In cima alla classifica si posizionano Danimarca (90 punti), seguita da Finlandia (87 punti) e Norvegia (84 punti).
Maglia nera della Regione, invece, sono Romania (46), Bulgaria (43) e Ungheria (42). Inoltre, dieci Paesi hanno registrato i punteggi più bassi di sempre, incluso il Regno Unito (73), che ha perso cinque punti rispetto allo scorso anno.
Sempre secondo quanto riportato dal rapporto, l’arcipelago maltese rientra nei sei Stati che negli ultimi anni hanno registrato un declino più significativo, accelerato dalle minacce allo stato di diritto.
«Malta – si legge – continua la sua tendenza al ribasso nell’Indice di Percezione della Corruzione. Le raccomandazioni dell’inchiesta pubblica sull’assassinio della giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia devono ancora essere attuate nella legislazione, con continue preoccupazioni per la libertà dei media e l’interferenza politica nei media pubblici e per la lotta alla criminalità organizzata. Persiste uno stato di impunità senza condanne nei casi di corruzione ad alto livello. Sono necessarie maggiore indipendenza e risorse del sistema giudiziario maltese per sostenere lo stato di diritto».