Nel discorso di inaugurazione dell’anno giudiziario, il presidente della Corte Suprema Mark Chetcuti ha fatto il punto sulla situazione delle aule di giustizia del Paese, evidenziando i miglioramenti compiuti nell’ultimo anno ma anche le diverse carenze che affliggono il sistema intralciando il percorso verso la giustizia e il compimento dei procedimenti.
In merito al Tribunale d’appello civile e penale e Corte Costituzionale, negli ultimi anni hanno giocato un ruolo decisivo l’istituzione di una nuova sezione della Corte d’Appello e l’assunzione di due nuovi giudici che hanno snellito e accelerato i ricorsi in appello accumulati fino al 2020. Dei 3.000 presentati negli ultimi quattro anni, ne rimangono in sospeso poco più di 600 tra civile e commerciale, anche se sono in aumento le cause costituzionali. Negli ultimi dieci mesi, infatti, ne sono state presentate circa 600 alla prima corte e 300 i ricorsi in appello.
Per alleggerire la pressione ed evitare che la situazioni peggiori ulteriormente, Chetcuti ha dichiarato di aver sollecitato il ministro della Giustizia e il Parlamento nel modificare la Costituzione affinché questi appelli possano essere distribuiti tra le tre sezioni della Corte d’Appello, come avviene per quelli civili e commerciali.
Il Tribunale di commercio è presieduto da due giudici e ha ora necessità di avere una propria sede e un’amministrazione dedicata, «come si addice a uno Stato membro dell’Unione Europea» ha dichiarato il presidente della Corte Suprema, augurandosi che queste misure vengano implementate rapidamente.
Anche se è stato nominato un nuovo giudice, non è stato possibile assegnargli esclusivamente casi commerciali, data l’elevata mole di cause civili. Attualmente, ogni giudice della Corte Civile gestisce circa 500 cause. Lo scorso anno sono state depositate oltre 2.100 cause civili e costituzionali, e ne sono state decise quasi 2.000, con una media di circa 200 sentenze per ciascuno dei dieci giudici della Prima Aula. «Nonostante l’impegno, non è umanamente possibile garantire giustizia con il minor ritardo possibile» ha affermato Chetcuti, che ha chiesto l’implementazione di emendamenti procedurali come l’accettazione delle notifiche via email e un maggiore coinvolgimento degli avvocati per snellire la gestione delle cause. Ha inoltre chiesto al ministro della Giustizia di considerare l’aggiunta di due nuovi giudici civili, al fine di ridurre il carico di lavoro e permettere che le cause più datate vengano risolte nel modo più rapido possibile.
Alla Corte penale superiore e alla Corte d’appello penale inferiore e superiore del Tribunale penale sono presenti quattro giudici che gestiscono sia gli appelli sia i processi penali con giuria. Questi ultimi sono in aumento, attualmente ce ne sono oltre 150 in sospeso, e solamente due aule disponibili per gestire questo volume. La carenza di personale, come cancellieri, stenografi e assistenti giudiziari, sembra aver pesato parecchio nell’ultimo anno, soprattutto la mancanza di sostituti cancellieri disciplinati nelle procedure penali. Quest’ultimo aspetto, secondo i termini di legge, risulta fondamentale per evitare ingiustizie, sia per gli imputati che per la società.
Il Tribunale della magistratura ha subito cambiamenti significativi con l’introduzione di quattro nuovi magistrati specializzati nelle inchieste. Questa “rivoluzione” mira a ridurre il numero delle circa 1.700 inchieste pendenti, ma permangono problemi organizzativi e mancanza di risorse. Chetchuti dichiara che, «anche se è passato quasi un anno, a questi magistrati non è stato ancora assegnato un edificio o uno spazio adeguato con personale fisso che li supporti nello svolgere al meglio le loro funzioni e con la massima efficienza possibile». Inoltre, c’è una carenza di esperti tecnici, come quelli forensi, necessari per aiutare nei casi complessi, e spesso devono essere cercati all’estero.
Anche il Tribunale della famiglia affronta un volume di lavoro elevato, con circa 250 nuovi casi all’anno per giudice, insieme a mediazioni e contratti. Nonostante gli sforzi, Chetcuti ha richiesto una riforma del sistema di mediazione per evitare ritardi e una migliore gestione degli spazi e delle risorse per garantire sicurezza e efficienza nei procedimenti.
Il Tribunale di Gozo soffre a sua volta di carenza di personale e sembrano riscontrarsi ritardi nelle comunicazioni con la Corte di Malta, causando rallentamenti nei ricorsi in appello.
In generale, il presidente della Corte Suprema ha riconosciuto miglioramenti nel sistema giudiziario, ma restano sfide, soprattutto legate alla carenza di risorse, spazi e procedure legali da ottimizzare per ridurre i ritardi e migliorare l’efficienza dei tribunali.
Concludendo l’intervento, Chetcuti ha sottolineato l’importanza fondamentale del sistema giudiziario come baluardo di giustizia e integrità. Nonostante le sfide e le aree di miglioramento, ha ribadito che i tribunali rimangono una fonte di speranza e sicurezza per chi cerca giustizia, la stessa che deve mantenere un equilibrio equo e imparziale, senza influenze esterne, che siano politiche, economiche o sociali.
Ha inoltre enfatizzato l’importanza della fiducia nella magistratura e nella capacità dei giudici di operare con “maturità legale”, umanità e integrità, evitando comportamenti che possano gettare ombre sul loro ruolo, poiché la loro responsabilità non si limita solo alle decisioni prese in tribunale, ma si estende anche al comportamento personale, che deve essere impeccabile.
Chetcuti ha ricordato anche che il rispetto per le decisioni dei tribunali è essenziale per preservare la fiducia nel sistema giudiziario e, in definitiva, nella democrazia. Quindi è cruciale che le autorità pubbliche rispettino e sostengano le sentenze senza ostacolarle o ignorarle, e che eventuali cambiamenti alle leggi richiesti dai tribunali costituzionali siano attuati in nome dell’interesse pubblico e dello Stato di diritto. Importanti, sì, le critiche costruttive, ma non quelle inutili o ingiustificate che minano la fiducia nel sistema.