Finisce male per un imprenditore 40enne di Pozzallo, reo di non aver dichiarato circa 23mila euro in contanti al suo arrivo a Malta. L’uomo ha infatti dovuto lasciare alle autorità maltesi, tra multa e confisca, gran parte dei soldi, ben 18.737 euro.
L’imprenditore è sbarcato dal catamarano proveniente da Pozzallo il 14 luglio ed è stato fermato dalla polizia mentre era alla guida della sua Range Rover. Alla domanda su quanto denaro contante avesse con sé, l’uomo ha prontamente dichiarato una somma di 9.000 euro. Ma dopo una rapida ispezione, i doganieri hanno rinvenuto un rotolo di banconote per un valore inferiore, cioè 6.500 euro.
Interrogato su dove fosse il resto dei 9.000 euro dichiarati, l’imprenditore ha consegnato agli agenti un altro rotolo di banconote, questa volta per un valore di 8.500 euro. Gli agenti a questo punto si sono insospettiti e hanno quindi comunicato al soggetto che sarebbe stato sottoposto a perquisizione, dopo tale minaccia l’uomo ha consegnato spontaneamente un terzo rotolo di banconote.
La polizia a questo punto non ha potuto fare altro che effettuare un fermo di polizia sulla base dell’External Transactions Act, legge del 2003, che regola il controllo e la circolazione del denaro contante all’interno della Comunità Europea.
L’uomo è poi comparso davanti al giudice e in questa sede ha dichiarato la propria colpevolezza spiegando però che si è trattato di un disguido amministrativo dovuto alle differenze tra la legislazione italiana e quella maltese. L’imprenditore, che ha aziende sia a Malta che in Sicilia, avrebbe dovuto pagare con quei soldi fornitori e stipendi dei suoi dipendenti maltesi.
La Corte ha ritenuto veritiera la testimonianza dell’accusa secondo la quale l’italiano non avrebbe mai mostrato l’intenzione di dichiarare l’intera somma, e per questo ha condannato l’uomo a pagare una multa pari al 25% dell’intera somma trasportata oltre a disporre il sequestro a beneficio dello stato maltese della somma eccedente il totale di 10.000 euro consentiti. In totale tra sequestro e multa, il «disguido amministrativo» è costato all’imprenditore ben 18.737 euro. Visto il motivo del viaggio, per non pregiudicare fornitori e dipendenti, la corte ha concesso all’uomo un periodo di tre anni per pagare la sanzione.