Il National Audit Office ha rivelato che Zenzero, ristorante situato presso il Malta Life Sciences Park, ha servito ai tavoli per anni privo di licenza, senza pagare l’affitto ed effettuando ristrutturazioni sprovviste di alcun permesso edilizio.
Una storia saltata inevitabilmente allo scoperto a seguito dell’avanzare della disputa legale in corso proprio tra Malta Digital Hub Ltd, l’organismo guidato da Malta Enterprise che gestisce il Malta Life Sciences Park, e la società gestrice del locale, Cook & Co Ltd, che nel 2016 aveva vinto il bando per l’appalto del ristorante che sorge su un terreno precedentemente ospitante un asilo nido.
Un concorso che però presentava diverse “carenze”, la più grave delle quali dovuta alla mancata descrizione del sito oggetto del contratto di locazione, con il revisore generale che ha parlato di una “mancata trasparenza del processo di gara” causata dal rifiuto di Malta Enterprise di permettere agli offerenti di visitare il sito e la proprietà prima della chiusura degli accordi.
Così una volta preso l’appalto dell’area visitata solo “dall’esterno”, Cook & Co avrebbe successivamente scoperto come le condizioni del sito fossero peggiori di quanto descritto all’interno del bando, portando l’azienda a definire l’accordo “fraudolento”.
Una brutta sorpresa che secondo il NAO sarebbe colpa di entrambe le parti, da un lato Malta Enterprise che aveva il dovere di garantire l’accesso nella struttura prima della firma dell’accordo e, dall’altro, Cook & Co che aveva accettato inspiegabilmente “alla cieca” un contratto che garantiva la possibilità di avviare il ristorante già a partire dal 1° settembre 2016.
L’accensione dei fornelli si è però dovuta posticipare nel gennaio 2017 a seguito dell’ottenimento dell’autorizzazione temporanea della durata di tre mesi. Dopo la scadenza di quest’ultima, Zenzero non ha mai ottenuto una licenza valida dall’MTA, almeno fino alla chiusura forzata del marzo 2020 dovuta alla pandemia da COVID-19.
Per circa tre anni dopo la scadenza del permesso trimestrale, l’attività di ristorazione di San Gwann ha continuato a servire i clienti senza però essere in regola, con il rapporto del revisore generale che ha puntato il dito sull’operato di Cook & Co evidenziandone le responsabilità sui permessi e le autorizzazioni necessarie richieste dall’accordo di locazione. Nella stessa maniera all’interno del report vengono citati “elementi di preoccupazione” dovuti al fatto che sia MTA che Malta Enterprise fossero a conoscenza sin dall’inizio che il ristorante non disponesse di una licenza valida per continuare ad operare.
Secondo quanto dichiarato proprio da Cook & Co nell’audit con l’ufficio di revisione, l’azienda non è stata in grado di avviare l’attività del ristorante il 1° settembre 2016, come stabilito nell’accordo, a causa dell’inadeguatezza dei locali che necessitavano di importanti opere di ristrutturazione per renderli idonei all’uso.
Lavori che, come fa notare NAO, sono stati però eseguiti senza richiedere i necessari permessi edilizi, facendo così crollare le possibilità di ricevere una licenza di esercizio dall’MTA che richiede come requisito indispensabile un permesso di edificazione.
Proprio gli ingenti costi dei rifacimenti per sistemare i “difetti occulti”, più elevati rispetto le previsioni iniziali, non avrebbero permesso a Cook & Co di pagare l’affitto nel corso degli anni, con Malta Digital Hub che nel 2020 ha scelto di passare per le vie legali richiedendo lo sfratto dei gestori e 107.000 euro mai ricevuti per il canone mensile pattuito e le bollette.
Dal canto suo, la Cook & Co ha invece deciso di rivolgersi all’Autorità di Regolamentazione degli Affitti per denunciare la violazione dei termini di locazione da parte della società gestita da Malta Enterprise.