Bernice, il nome della donna brutalmente assassinata in strada dal marito la mattina di martedì 22 novembre, trova ora spazio su una panchina commemorativa accanto ai nomi delle altre donne vittime di violenze domestiche.
Autori del gesto sono i giovani dell’organizzazione KSU (Kunsill Studenti Universitarji) che, attraverso la pagina Facebook del Consiglio studentesco, hanno diffuso l’iniziativa sottolineando, al contempo, che «La commemorazione non basta. Dobbiamo a Bernice molto di più».
La priorità assoluta, affermano i giovani, è la protezione che si deve garantire alle vittime di violenza domestica per le quali sono necessari investimenti, risorse e sforzi sin dal momento in cui viene presentata una denuncia: «Nessuna donna dovrebbe presentare più denunce sperando che venga protetta. Nessuna donna dovrebbe essere tormentata dalla paura, fino all’ultimo respiro».
«L’assassino di Bernice ha fatto esattamente quello che la donna aveva annunciato che sarebbe successo, eppure è stata lasciata senza protezione» afferma KSU, aggiungendo che i cambiamenti alla legge rappresentano un segno positivo, ma non sufficiente: «L’applicazione e l’efficienza nel dare seguito alle denunce sono ciò che avrebbe dovuto salvare Bernice, ma tra la mancanza di formazione ed efficienza della polizia e i ritardi dei tribunali, le vittime di violenza domestica continuano a vivere rischiando di essere delle condannate a morte».
Il Consiglio studentesco ha poi concluso incoraggiando tutti gli studenti a partecipare alla manifestazione organizzata da Moviment Graffitti e Integra e anche alla veglia che si terrà dall’Università di Malta lunedì alle ore 12:00: «È la nostra generazione che deve lottare per il cambiamento. Lo dobbiamo a Bernice e a tutte le donne uccise».