Quanto è importante per uno sportivo poter vestire la maglia del proprio Paese o sventolare sul podio la bandiera della propria patria?
Il pluricampione maltese di braccio di ferro, Kersten Mercieca, vive sulla propria pelle una situazione complessa. Malta, infatti, in tal senso, non sembra avere una federazione e non riconosce questa disciplina sportiva praticata in tutto il mondo.
In alcuni Paesi, come ad esempio la Russia e l’Ucraina, per gli atleti migliori il braccio di ferro è a tutti gli effetti un lavoro, una vera e propria professione; ma tralasciando questi pochi casi, più in generale, questo sport è praticato a livello amatoriale, come nel caso di Mercieca, che non per questo, però, dedica meno impegno o sacrificio verso la disciplina.
«È un peccato che il mio Paese non mi riconosca come atleta, mentre altri Paesi lo fanno» si sfoga deluso sui social, Kersten, «Ho vinto una medaglia d’oro e nessuno mi ha detto niente. Ho talento, ma siccome questo sport è considerato poco rilevante nel nostro Paese non viene riconosciuto».
E poi continua: «Ho ricevuto un’offerta dalla Federazione Italiana Braccio di Ferro (S.B.F.I.) per unirmi a loro e realizzare il mio sogno. E io la accetterò. E sventolerò la bandiera italiana perché Malta mi ha chiuso le porte in faccia».
«Qui a Malta, se non sei un cantante dell’Eurovision, un calciatore o qualcosa di grande, nessuno sa nulla di te», ha concluso amareggiato Mercieca nel videomessaggio indirizzato ai quotidiani maltesi.
Intanto il web si è stretto attorno all’atleta, compatto nell’esprimere delusione e rabbia verso quella terra tanto amata, che non ha però saputo abbracciare e valorizzare il talento di chi qui c’è cresciuto, di chi qui ha provato ad emergere, a distinguersi, seguendo la propria passione, con sacrificio e dignità. La stessa che gli ha chiuso le porte in faccia e lo ha spinto a cercare fortuna altrove. Una sensazione fin troppo comune anche per molti italiani all’estero.
Molto spesso nel Bel Paese si sente tanto parlare di fuga dei talenti, sportivi e non, ma non si parla quasi mai della capacità che una nazione ha nell’accogliere e riconoscere questi stessi talenti, anche oltre confine.
A Kersten vanno i migliori auguri per una splendida carriera, con la maglia tricolore.