Nella sua prima intervista negli ultimi due anni il capo della polizia Lawrence Cutajar difende l’operato dei suoi uomini e afferma: «le indagini non sono finite».
Il capo della polizia Lawrence Cutajar ha rilasciato la sua prima intervista in due anni alla televisione di Stato Tvm. Cutajar, bersaglio spesso delle polemiche della società civile e delle opposizioni, ha voluto puntualizzare lo stato delle indagini e i risultati ottenuti dagli investigatori nel caso dell’omicidio della giornalista investigativa e blogger Daphne Caruana Galizia.
«Sono stato criticato», ha sostenuto Cutajar, «per non aver tenuto regolari conferenze stampa e aggiornamenti sullo stato delle indagini. Il fatto è che abbiamo lavorato gomito a gomito con l’Europol, l’Fbi e investigatori olandesi e che ci sono elementi delle indagini che non potevano essere rivelati al grande pubblico. Ciò nonostante abbiamo compiuto degli arresti e quattro persone sono state condotte in tribunale in connessione al caso».
Il riferimento, naturalmente, è per i tre sospetti esecutori, i fratelli Debono e Vince Muscat, e per il sospetto mandante, Yorgen Fenech. Un quinto uomo, l’intermediario Melvin Theuma, ha ricevuto l’indulto da Joseph Muscat e non è formalmente incriminato, in quanto collabora attivamente con gli investigatori.
«È un’inchiesta molto delicata», ha proseguito Cutajar «ci sono stati momenti nelle indagini in cui gli investigatori erano certi esistessero prove, eppure non avevamo queste prove in mano. Se arrestavamo qualcuno c’era la possibilità che le prove non venissero mai trovate. Come a poker, o mostri la tua mano e rischi di perdere tutto o aspetti un po’ di più per provare a raccogliere più informazioni».
Cutajar ha poi sorpreso i telespettatori affermando che le indagini sono ancora in corso: «L’indagine è ancora attiva, è in corso nonostante il fatto che alcune persone siano state incriminate. La polizia sta indagando su tutti gli aspetti irrisolti, alla presenza di funzionari dell’Europol. Vogliamo andare fino in fondo e ottenere risultati, come tutti».
Lawrence Cutajar ha poi difeso la propria posizione, sostenendo che — in un caso difficile come questo — ci sono stati risultati determinanti dopo due anni. In passato, con altri commissari di polizia, molti casi sono andati irrisolti ma a nessuno è stato chiesto di dimettersi per questo.