I detenuti del Corradino si occuperanno di realizzare i mobili che serviranno per arredare 29 appartamenti recentemente realizzati dalla Ong Puttinu Cares e destinati ad ospitare i pazienti oncologici e le loro famiglie in cura a Londra.
In conferenza stampa, il ministro dell’Interno Byron Camilleri ha evidenziato la finalità bivalente del progetto, ovvero quella di offrire supporto a chi sta attraversando un momento difficile mentre, in parallelo, viene favorito il reintegro nella società di persone che in passato hanno commesso degli sbagli. Un percorso in linea con quello già intrapreso negli ultimi anni, e che si avvale della collaborazione di professionisti e di organizzazioni non governative.
«Si tratta di un progetto per tutti i maltesi e i gozitani, perché Puttinu sta a cuore ad ognuno di loro visto il sostegno dimostrato attraverso le donazioni ricevute che hanno consentito di realizzare questo sogno. Offrirà grande speranza a chi si sottopone alle cure ma anche a chi vuole reintegrarsi nella società e dimostrare di aver “imparato” dal passato», ha dichiarato Camilleri.
L’amministratore delegato del Corradino, Chris Siegersma, ha affermato che il coinvolgimento della agenzia per i servizi correttivi in questo progetto offrirà la possibilità ai detenuti di continuare a riabilitarsi, con l’obiettivo di tornare nella società preparati e anche con un maggiore senso di responsabilità.
Il presidente di Puttinu Cares, Angele Cuschieri, ha ribadito che questo progetto «dovrebbe onorare la nazione» e che «anche gli stranieri rimangono spesso stupiti dalla generosità del popolo maltese».
L’obiettivo principale di questi appartamenti è quello di far si che i pazienti e le loro famiglie si concentrino sulle cure e sul percorso di guarigione, mentre Puttinu li supporta facendosi carico di parte del loro fardello, fornendo loro la tranquillità di un alloggio gratuito e dignitoso.
Cuschieri ha anche aggiunto che questi prigionieri, attraverso il loro talento, restituiranno qualcosa alla società e allevieranno la sofferenza di molti pazienti e delle famiglie che stanno attraversando momenti difficili.
(photo credits: DOI)
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