Ristrutturazione aziendale. Un termine che molto spesso fa rima con licenziamenti. Purtroppo, a non fare eccezione è HSBC, tra le più importanti organizzazioni bancarie e finanziarie al mondo, che nella giornata di giovedì ha annunciato la chiusura del proprio call center situato a Swatar, inaugurato nel novembre del 2006. I battenti chiuderanno a giugno 2024, con la perdita di ben 200 posti di lavoro. L’azienda avrebbe già messo al corrente i dipendenti della decisione, nel corso di una riunione svoltasi nel pomeriggio.
Secondo le testimonianze pubblicate da Times of Malta, la notizia avrebbe creato moltissime preoccupazioni, con i lavoratori che hanno un mutuo acceso con la stessa HSBC che temono di vedersi alzare i tassi di interesse, ma non solo: molti dipendenti arrivano infatti da Paesi terzi, e il licenziamento potrebbe avere serie conseguenze sul permesso di lavoro concesso per restare sull’arcipelago. Il personale maltese rappresenterebbe infatti solo il 30% della forza lavoro del call center.
Poco dopo la riunione, un portavoce dell’istituto ha spiegato così la situazione ai media locali: «La decisione di chiudere le operazioni del contact center fa seguito a un’approfondita revisione delle sedi che servono i clienti di HSBC UK Bank plc, e punta a conseguire un ulteriore consolidamento e razionalizzazione dei call center regionali».
C’è da specificare che il call center è controllato da HSMB, un’entità legale separata da HSBC Bank Malta plc, pertanto le operazioni della banca sull’arcipelago non saranno influenzate in alcun modo.
Per quanto concerne i dipendenti del call center, l’azienda seguirà le politiche interne sui licenziamenti. Come scritto dal governo tramite un comunicato, il Ministero dell’Economia ha già preso contatti con alcuni operatori del settore, per fare in modo che chi non lavorerà più con HSBC possa trovare subito carriere alternative con altre aziende. Il Ministero farà da interlocutore tra i candidati e le società, al fine di facilitare il più possibile le nuove assunzioni.
Sempre secondo il governo, da recenti dati Eurostat emerge che le posizioni aperte a Malta nell’industria privata si attestano a 7.051. Un numero che, almeno sulla carta, garantirebbe alla forza lavoro licenziata un impatto negativo pari a zero.