Dopo la bufera dei giorni scorsi, è stato reso pubblico il contratto con il quale Heritage Malta ha trasformato Palazzo Vilhena in un ristorante per un mese, a seguito di una richiesta ufficiale del Malta Independent.
L’Ente, al quale è affidata la salvaguardia dell’edificio di rilevanza storica, ha stipulato un accordo di locazione con Collision Catering Ltd che gli sarebbe valso un canone di 50 euro al giorno oppure pari all’8% degli incassi, Iva esclusa. Come detto, la durata è stata di quattro settimane, a partire dal 19 luglio.
Parlando ancora di numeri e di vil denaro, tutte le utenze sarebbero state a carico del gestore, oltre ad una cauzione di 1.500 per coprire eventuali danni, restituita entro 7 giorni dalla scadenza del contratto, dopo un’attenta verifica dello stato dei locali. Infine, per preservare Palazzo Vilhena, a Collision Catering Ltd sarebbe stato consentito soltanto il servizio ai tavoli di cibo cucinato altrove.
Interpellato sulla questione dal Times of Malta, il ministro della Cultura Owen Bonnici ha affermato che Heritage Malta gestisce già siti che includono ristoranti a cui è stata concessa la possibilità di operare tramite un bando pubblico. Nel caso di Palazzo Vilhena si è però optato per dare la gestione a un appaltatore che ha già un contratto con Heritage Malta, al fine di produrre un’indagine di mercato. In base ai risultati, l’Ente deciderà se continuare ad affidare le gestioni internamente o appoggiarsi ai bandi pubblici.
Le dichiarazioni del Ministro non hanno però fatto che aumentare la vena polemica del Partito Nazionalista, che ancora tramite la portavoce Julie Zahra ha espresso il proprio disappunto: «Bonnici all’inizio ha affermato che questi tipi di accordi si verificano regolarmente, e ora invece dice che Heritage Malta l’ha condotto come ricerca di mercato. Se ce ne fosse stato davvero bisogno, cosa non vera, avrebbe dovuto essere regolato con un bando pubblico, col quale avremmo assistito a un processo trasparente dall’inizio alla fine».
Infine, Zahra chiede a Bonnici ulteriori dettagli sul contratto: il reddito di Heritage Malta è stato di 50 euro al giorno o dell’8% delle vendite totali? Quanto è stato fatturato in questo “mese di prova”?
E ancora: Heritage Malta ha dovuto pagare gli straordinari ai dipendenti del Museo di Storia Naturale, presente all’interno dell’edificio, per aprire il sito al gestore privato? Verranno pubblicati i risultati della ricerca di mercato? Sono state rilasciate le licenze richieste dall’Autorità per il turismo per il servizio di ristorazione nel museo?
Per conoscere quindi ulteriori dettagli sulla faccenda, non resta che attendere l’eventuale replica del ministro della Cultura.