Sono ore di forte tumulto e di terrore per quello che sta succedendo nell’Europa dell’est, ove, la Russia per mano del proprio presidente Vladimir Putin sembra sempre più decisa a riprendersi quelli che una volta erano i confini dell’Unione Sovietica.
Nelle ultime ore, mentre si assiste inermi alla decadenza della diplomazia, svariati appelli e opinioni provenienti da tutti i settori e da tutto il mondo sembrano cadere nel vuoto di fronte a quello che sta accadendo nel Granaio d’Europa, con la conseguente crisi economica ed umanitaria che ne sta derivando.
Anche da Malta arrivano dichiarazioni di condanna verso l’invasione russa e la decisione di riconoscere l’indipendenza di territori ucraini quali Donetsk e Luhansk, affermando attraverso una nota del Ministero degli Affari Esteri come: «La Repubblica di Malta condanna le azioni della Federazione Russa che, attraverso le sue mosse, lede l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina, in contrasto con i principi raccolti nella Carta delle Nazioni Unite».
Duro il comunicato proveniente da Valletta che fa riferimento anche agli accordi di Minsk, sostenendo fermamente il proprio appoggio alla sovranità Ucraina entro i propri confini nazionali.
Un’altra mossa di rinfianco verso la popolazione ucraina è rappresentata dal fatto che, mentre i vertici dell’UE sono fermi nel concordare eventuali sanzioni al Cremlino, Malta si affretta a spedire forniture mediche nelle zone considerate maggiormente a rischio, come riportato anche dal Primo ministro di Malta Robert Abela dal suo profilo Facebook.
Nella serata di giovedì, proprio mentre Abela era a Bruxelles per discutere le sanzioni che la UE sta predisponendo per Putin e Lavrov, i tank russi hanno iniziato la loro cavalcata arrembante verso Kiev.
Si continua a combattere a Mariupol, nel Donbass, e ad Odessa, dove i russi controllano l’aeroporto compromettendo le difese aeree ucraine, e si inizia a temere per i combattimenti sfociati in zone a rischio, come nel caso degli scontri vicino alla centrale nucleare di Chernobyl che potrebbero danneggiare l’intera Europa.
Proprio a seguito dell’aggravarsi della situazione nel corso delle ultime ore, sempre Il Ministero dell’Interno maltese avrebbe confermato che il Dipartimento della Protezione Civile assisterà l’Ucraina inviando aiuti umanitari garantendo, al contempo, la stabilità dei prezzi di fronte all’aumento di petrolio e gas naturali.
A tal riguardo, è utile rammentare come la fornitura di gas dell’isola sia fornita dalla società che gestisce la centrale elettrica di Delimara, i quali, tra i principali azionisti da cui sono composti vi sono gli azerbaigiani di Socar. Anche in questo caso, tutt’altro che scontato l’evolversi della situazione, con l’accordo diplomatico e militare raggiunto nei giorni precedenti da Putin con il Presidente dell’Azerbaigian, Ilham Aliyev, che da vita a scenari del tutto imprevedibili.
Mentre la preoccupazione e le vittime continuano ad aumentare, la comunità internazionale non cessa di mostrare il suo pieno sostegno all’Ucraina e la sua voce di condanna verso le mosse di Putin, nella speranza che non sia troppo tardi per scongiurare una sciagura dalle potenzialità così devastanti come quella che stiamo vivendo.