Quarantacinque mila euro circa per 220 secondi di utilizzo: questi sono i costi della rampa di cemento costruita al porto di Mġarr appositamente per la visita di Papa Francesco di qualche settimana fa.
La rampa è stata in questi giorni demolita con non poco sgomento da parte dei cittadini dell’isola maltese che nutrivano la speranza potesse essere utilizzata in modo permanente per migliorare e velocizzare il servizio di traghetti per il trasporto dei veicoli in partenza da Valletta.
«La rampa non è stata concepita né mai pensata per un utilizzo permanente», come dichiarato da un esponente di Infrastructure Malta, società che ha curato i lavori, che nella giornata di lunedì ha così glissato sulla possibilità di sfruttare questa costruzione per traghetti veloci adibiti al trasporto auto aggiungendo come: «La rampa è stata realizzata e smontata velocemente con costi minimi e senza danneggiare le parti di banchina già ricostruite o riparate».
Aumenta così il disappunto delle centinaia di pendolari di Gozo che ogni mattina osservavano il sorgere della rampa che, come affermato sempre da Infrastructure Malta, è stata costruita in maniera ecologica e, pertanto, così come concepita non era possibile pensarne un utilizzo prolungato nel tempo: «Infrastructure Malta ha utilizzato materiali e metodi di costruzione che soddisfano adeguatamente le specifiche di carico e sicurezza richieste della nave e dei veicoli che l’hanno utilizzata per un breve periodo di tempo durante la visita del papa. La struttura è stata costruita con materiali appositamente selezionati per un uso temporaneo, il che significa che non poteva resistere a lungo all’ambiente marittimo della zona».
A motivare la fretta che si è legata allo smantellamento dell’opera, inoltre, vi era l’impossibilità di portare a termine altre operazioni portuali già organizzate e che riguardavano la stessa banchina, a partire dai lavori in programma per migliorare i servizi di pubblico trasporto e turismo.
La rampa è entrata in gioco quando, durante il primo giorno di visita papale il 2 marzo, la Maria Dolores con a bordo il Papa ha dovuto attraccare sul porto di Mġarr, ove, a differenza dei traghetti veloci, il catamarano utilizzato dal pontefice non aveva ormeggio.
Questa installazione è stata pertanto utilizzata solo una volta per un totale di circa tre minuti e mezzo di servizio, quando, Papa Francesco è attraccato a Gozo prima di dirigersi verso Ta’ Pinu per adempiere la sua missione di preghiera.
Calcolatrici alla mano prende forma un’operazione che è costata 225 euro per ogni secondo d’impiego, 13.500 euro al minuto.
Nonostante l’emergere di svariate proteste, Infrastructure Malta ha spiegato come le spese per questa operazione siano in realtà a vantaggio dei cantieri futuri: «La struttura principale della rampa provvisoria era costituita da blocchi prefabbricati in cemento armato tamponati con materiale sfuso. Questi elementi possono essere facilmente riutilizzati o riciclati per altri requisiti di costruzione per ridurre l’impatto ambientale dello smaltimento dei rifiuti di costruzione».
Ad ulteriore difesa della scelta di realizzare questa rampa portatile vi è anche l’operato dell’appaltatore che ha costruito la rampa, Road Structures Limited, lo stesso che eseguiva lavori di ammodernamento e manutenzione sulla struttura in cemento armato delle banchine del porto di Mġarr, il quale, afferma come vi è tutt’ora in atto un progetto di riparazione, ricostruzione e installazione per rendere il porto di Mġarr più sicuro.
Siamo tutti d’accordo che di fronte alla sicurezza delle persone e del pianeta tutto il resto viene in secondo piano ma, a tal proposito, sembra comunque lecito domandarsi se non vi era possibilità di costruire un’opera permanente e che potesse affiancarsi ai lavori ai quali è soggetto il porto di Gozo, dirottando le spese in eccesso verso altri problemi infrastrutturali tipici di Malta, primi tra i quali, il problema della sicurezza nelle strade, sempre più tristemente ricche d’incidenti e di vittime.