Quella di oggi è una data cruciale per la storia dell’umanità, un giorno che, esattamente 78 anni fa, ha visto l’Armata Rossa liberare i 7.000 prigionieri rinchiusi nel campo di concentramento Auschwitz e abbandonati dai tedeschi in fuga.
Da allora si celebra la Giornata della Memoria, proprio il 27 gennaio, e proprio per non dimenticare un abominio di tale portata che ha sconvolto il genere umano, che in quel periodo ha riscoperto il lato più buio e spaventoso della sua natura.
Secondo i dati raccolti dall’US Holocaust Memorial Museum furono circa 960mila gli ebrei insieme ad altri 120mila individui di diverse nazionalità, ceto e credo religioso, sterminati dai Nazisti nel corso della seconda guerra mondiale, nonostante i dati sanciti dal processo di Norimberga narrino di un numero terribilmente superiore: circa 5.700.000 morti in totale.
Non a caso in ebraico Shoah assume il significato di Tempesta devastante, una terminologia più che adatta ad identificare il genocidio andato in scena nel secolo scorso.
Vien difficile affermare con sicurezza quanto questo terribile avvenimento abbia segnato la consapevolezza del genere umano riguardo la pericolosità che i germi del razzismo e la xenofobia, ancora adesso ben evidenti nel corso dei recenti conflitti fra Ucrania e Russia, o nel caso delle politiche migratorie e le altre situazioni che sembrano provare come in realtà questo virus sia ancora tristemente radicato fra di noi, come riportato anche dal Presidente George Vella nel corso dell’intervista dell’Independent:
«Abbiamo il dovere di commemorare le vittime dell’Olocausto e dovremmo fin d’adesso riflettere e alzare la voce anche sulla continua sofferenza delle milioni vittime della politica di divisione e della guerra. Se non lo facciamo ora chi organizzerà in futuro una Giornata della Memoria per loro? L’ideologia secondo cui certe persone sono superiori ad altre esiste ancora, e questo è alla base del razzismo, della xenofobia, della discriminazione e dell’apartheid»
Pensando a quanti milioni di persone hanno varcato il cancello di Auschwitz inconsapevoli di come la tratta di quel treno li avrebbe condotti inevitabilmente alla morte, ci uniamo all’invito e alla responsabilità di non dimenticare mai quel che è stato, affinché il sacrificio di questi martiri non sia vano.
Vi lasciamo con una riflessione del Presidente Mattarella durante la commemorazione odierna del Quirinale:
«La Shoah rappresenta l’abisso dell’umanità. È nostro dovere fare in modo che la memoria di quei fatti e di ciò che è successo non si riduca ad un mero esercizio di stile. Il valore della Memoria non si esprime soltanto nel ricordo, ma nel dire mai più!»