Nascere per morire. Questo il triste destino di tre gattini venuti al mondo da poco, morti per ipotermia la scorsa settimana. E se la responsabilità di quanto accaduto è di chi gli animali dovrebbe tutelarli, tutto diventa ancora più surreale.
Secondo quanto riporta Lovin Malta, i piccoli sarebbero infatti morti durante un trasporto organizzato dall’Animal Welfare, partito dall’ospedale veterinario di Ta’ Qali e diretto ad centro per felini poco distante.
Ma come si può morire per ipotermia in piena estate, e soprattutto a Malta? Per il trasporto dei cuccioli la Protezione animali, in sostituzione delle tradizionali ambulanze veterinarie avrebbe utilizzato una Toyota Dynas dotata di cella frigorifera. Un veicolo solitamente impiegato per il trasporto di cibo, come carne, latticini e altri prodotti deperibili con il caldo, per rendere l’idea. Motivo? Proteggere dalle alte temperature estive.
Le ambulanze in dotazione alla Protezione animali non sarebbero infatti dotate di aria condizionata, cosa che esponeva gli animali trasportati a temperature troppo elevate.
Da un’esagerazione all’altra, a farne le spese sono stati appunto i tre cuccioli, arrivati morenti a destinazione. Per loro non c’è stato nulla da fare.
Forte la rabbia degli animalisti, che si dicono sconvolti da come il Governo non sia in grado di tenere in vita tre gatti appena nati in un trasporto di appena 15 minuti.
Quanto avvenuto avrebbe causato il licenziamento dell’autista. Una presa di posizione che però non convince gli attivisti, che si chiedono cosa abbia portato alla morte degli animali: un errore umano dell’autista, procedure sbagliate e sommarie o problemi più profondi nel direttivo dell’Animal Welfare?
Non è la prima volta che l’Ente si trova al centro di polemiche. Sono infatti tante le lamentele riportate dai maltesi, anche a mezzo social, sul servizio offerto dall’Animal Welfare, senza dimenticare l’esclusivo di cui ci siamo occupati poco meno di due mesi fa, quando Miriam Borg Debrincat, responsabile dell’ONG Kitty Guardians For Strays, ci aveva raccontato di alcune falle all’interno del Dipartimento, causate dalla mancanza di fondi, di formazione e di sensibilità da parte dei dipendenti, che si ripercuotono poi nel salvataggio degli animali, come abbiamo tristemente visto anche in questo caso.
Al momento, il Ministero dei Diritti degli Animali non sembra aver rilasciato dichiarazioni sulla vicenda. Tra rinvenimenti di carcasse di cani carbonizzate e corpi avvistati in mare legati a carrelli della spesa, avere quattro zampe e un’anima sembra rivelarsi sempre più una condanna.