Il governo ha condiviso alcuni dettagli e parametri relativi all’inchiesta amministrativa indipendente indetta per chiarire le circostanze che hanno portato al furto di 226 chili di resina di cannabis dalla base militare di Safi, avvenuto nella notte tra il 22 e il 23 febbraio scorsi. L’indagine, voluta dal Primo Ministro Robert Abela, sarà condotta dall’ex giudice Geoffrey Valenzia e dovrà concludersi entro il prossimo 14 marzo.
Andrà ad affiancarsi a quella della magistratura e altri procedimenti penali già in corso sulla vicenda. Il suo obiettivo sarà quello di stabilire fatti, procedure e regolamenti che hanno portato a far sì che il carico di droga (parte di un procedimento giudiziario) fosse custodito presso la base delle Forze Armate.
Verrà inoltre verificato se siano state adottate tutte le misure di sicurezza necessarie al caso e valutate le azioni intraprese dalle varie entità coinvolte. Al termine dei lavori, Valenzia dovrà fornire una serie di raccomandazioni normative e amministrative per migliorare il sistema di gestione e sicurezza delle prove sotto custodia giudiziaria.
Il furto ha destato grande scalpore, considerando che la droga, parte di un maxi-carico da 13 milioni di euro sequestrato nel giugno del 2024 presso il Malta Freeport, si trovava a Safi come prova di un’indagine tuttora in corso.
Il fatto che un quantitativo così ingente di stupefacenti sia stato sottratto da una struttura militare di massima sicurezza senza che nessuno se ne accorgesse se non durante una ricognizione di routine, ha sollevato interrogativi sulla sicurezza delle strutture governative e sulle procedure adottate per la custodia delle prove.
Contestualmente, il Premier ha chiesto all’ex giudice Valenzia di valutare l’opportunità di rendere pubblico il rapporto finale, tenendo conto della necessità di salvaguardare la sicurezza nazionale e il corretto svolgimento del processo giudiziario.
L’inchiesta amministrativa rappresenta un tentativo del governo di rispondere alle forti pressioni esercitate da più fronti, politico e pubblico, dopo che l’opposizione ha chiesto a gran voce le dimissioni del ministro dell’Interno Byron Camilleri, ritenendo che debba assumersi la responsabilità politica data la gravità del caso. Tuttavia, il governo ha finora spalleggiato e difeso strenuamente l’operato di Camilleri, insistendo sulla necessità di attendere l’esito delle indagini.
Nel frattempo, il comandante delle Forze Armate maltesi, il brigadiere Clinton J O’Neill, è stato sospeso dall’incarico. Inoltre, parte del carico, ovvero circa 85 chili di droga, sono stati recuperati dalle forze dell’ordine nel corso dei blitz compiuti in varie località dell’arcipelago tra lunedì e martedì, durante i quali sono stati arrestati otto uomini, tutti di nazionalità maltese.
Il termine per la conclusione dell’inchiesta amministrativa, come detto, è fissato al 14 marzo.
(photo credits: Google Maps)
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