Ieri, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si tiene ogni anno il 25 novembre, una folta folla di persone ha preso parte alla manifestazione organizzata nel cuore di Valletta da Moviment Graffitti e Young Progressive Beings (YPB), con il sostegno di numerose altre organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti delle donne.
Lo slogan dell’evento, «Il suo dolore, la nostra lotta», sintetizza la necessità di trasformare la sofferenza individuale in una battaglia collettiva. «I femminicidi, le oppressioni e gli abusi che ogni donna subisce nella nostra società ci rafforzano per continuare a combattere contro questa ferita sociale», ha dichiarato Moviment Graffitti.
La manifestazione ha messo in evidenza l’impatto devastante della violenza di genere in tutte le sue forme, dai maltrattamenti fisici agli abusi psicologici e poi quella economica e morale, che colpiscono le donne ovunque: tra le mura di casa, per strada, sul posto di lavoro. «Molte donne vengono abusate o uccise nonostante abbiano ripetutamente segnalato situazioni di pericolo», dicono i manifestanti che hanno così puntato il dito contro l’inerzia o i ritardi delle istituzioni che, come nel caso di Sion Grech, altro non hanno fatto che aumentare il dolore dei famigliari delle vittime.
L’apice “emotivo” della manifestazione è stato raggiunto con l’allestimento di un’installazione visiva per commemorare le 32 donne uccise con l’inizio del nuovo millennio a Malta, spesso da partner o famigliari, ricordate con striscioni e vestiti riportanti i loro nomi, appesi di fronte al tribunale. Tra i relatori dell’evento erano presenti Alessia Cilia, sorella di Bernice Cassar, una delle vittime di femminicidio, e la professoressa Marceline Naudi.
La folla ha esibito diversi cartelloni e striscioni con messaggi chiari e lapidari: «La nostra lotta continuerà finché le nostre strade, le nostre case e i nostri luoghi di lavoro non saranno sicuri per tutte le donne».
Anche il Corriere di Malta si unisce a questi importanti messaggi e al ricordo delle vittime in questo 25 novembre, data che dal 1999 è stata riconosciuta come la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne grazie alla decisione dell’ONU di commemorare le sorelle Mirabal, tre attiviste politiche stuprate, torturate, massacrate e uccise lo stesso giorno del 1960 dagli agenti del dittatore dominicano Trujillo.
(photo credits: Moviment Graffitti)
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