Sei Ong e oltre cento cittadini hanno intentato una causa collettiva per chiedere la revoca del permesso per lo sviluppo dell’“allevamento di pecore” nella valle incontaminata di Ħżejjen a Bidnija. Un’azione – fanno sapere le organizzazioni attraverso un comunicato stampa – resa possibile grazie ai numerosi contributi pervenuti attraverso una campagna di crowdfunding lanciata da Moviment Graffitti che, in pochi giorni, ha raggiunto la cifra utile per l’avvio di azioni legali contro il progetto, definito «una farsa».
La domanda del progetto di sviluppo in questione (PA/07946/18) ha ottenuto l’ok nel 2019 ricevendo l’attenzione dalle organizzazioni ambientaliste, dai media e dal pubblico in generale poiché l’imponente struttura sorgerà nel mezzo di una zona rurale, fuori all’area di sviluppo urbano (ODZ), popolata da importanti esemplari di fauna d’acqua dolce. «Molti sono rimasti sconcertati per come una struttura a due piani, con aree di accoglienza e una piscina sul tetto, sia stata approvata dalla Planning Authority (PA) con il pretesto che si trattava di un allevamento di pecore» sottolineano le Ong, aggiungendo che «È chiaro che questo permesso è stato concesso con false pretese. Il funzionario competente della PA ha opportunamente omesso di menzionare quelle politiche che affermano in modo chiaro e inequivocabile che non può esserci sviluppo in siti così sensibili. Ci sono altre omissioni e discrepanze sospette evidenti nella concessione di questo permesso per lo sviluppo».
Per gli ambientalisti, infatti «Non si tratta di un vero e proprio allevamento di pecore, ma di un pretesto per realizzare un albergo commerciale in una valle protetta, come ha dimostrato la successiva istanza (PA/5895/22) chiedendo la trasformazione di tale struttura in un punto vendita con camere per ospiti».
Oltre a chiedere la revoca “dell’osceno permesso”, il comunicato firmato da Moviment Graffitti, BirdLife Malta, Malta Youth in Agriculture (MaYA) Foundation, Nature Trust – FEE Malta, Flimkien għal Ambjent Aħjar (FAA), Din l-Art Ħelwa si conclude con una promessa: «Non staremo a guardare mentre la Planning Authority tratta il pubblico con disprezzo e permette la distruzione dell’ambiente naturale.