La riforma di legge sulla fecondazione in vitro che consentirà di effettuare test genetici sugli embrioni prima di procedere con l’impianto è entrata ufficialmente in vigore mercoledì 27 luglio, comparendo sulla Gazzetta Ufficiale di Malta.
La firma, posta dal presidente ad interim Frank Bezzina, ha sollevato alcune polemiche riguardo i ritardi protratti dall’apparente riluttanza del Presidente Vella, volato a Birmingham ed assente in queste ore.
Dopo tre settimane di stallo, seguite all’approvazione della legge passata in parlamento con 66 voti favorevoli e 3 contrari lo scorso 6 luglio, si è arrivati oggi alla tanto attesa risoluzione finale, resa ufficiale dopo quelle che dovevano essere solo formalità burocratiche.
Le posizioni del Presidente della Repubblica avevano già fatto storcere all’opinione pubblica, a seguito delle dichiarazioni rilasciate ai media subito dopo il “sì” della legge in Parlamento. Vella si era infatti limitato ad affermare che il decreto sarebbe stato firmato, senza indicare se l’avrebbe fatto lui stesso, oltre alle tempistiche di esecuzione.
In passato il capo di Stato aveva già espresso riserve in merito alle modifiche sugli emendamenti proposte nel 2018, definendo la questione «una completa parodia dell’etica, della moralità e della dignità umana».
Vella è inoltre noto per le sue posizioni contrarie all’aborto, ribadendo in diverse occasioni che preferirebbe dimettersi piuttosto che firmare un disegno di legge che depenalizza la pratica.
Nonostante le convinzioni personali, però, una volta che un disegno di legge viene approvato in Parlamento, la Costituzione impone che il Presidente della Repubblica debba siglarlo.
Con Vella nel Regno Unito la firma è arrivata questa mattina per mano di Frank Bezzina, convertendo in legge il lavoro svolto dai parlamentari nelle ultime settimane, accantonando le difficoltà incontrate nel cammino.
La nuova legge sulla fecondazione in vitro permetterà a medici e famiglie di ottenere più informazioni prima di procedere con l’impianto degli embrioni nell’utero, andando ad individuare in modo preventivo l’eventuale presenza di patologie genetiche rare come la malattia di Huntington, oltre a concedere la possibilità di congelare gli embrioni affetti da malattie gravi.