Secondo dati Eurostat Malta è seconda in Europa per produzione di rifiuti procapite. Ma ci sono anche buone notizie.
Ancora una volta, Malta non passa inosservata nelle classifiche Eurostat e si porta quasi in cima alla vetta. In questo caso, dei rifiuti.
In classifica, grazie anche ai recenti aumenti di turisti e popolazione residente, è seconda solo alla Danimarca: insieme al benessere economico è cresciuta anche la produzione di immondizia.
Un prezzo che l’arcipelago forse non è ancora pronto a sostenere, considerando la scarsità di spazio per gestirla e la rapidità con cui questo dato potrebbe crescere.
Fortunatamente non mancano le buone notizie in merito.
Un risultato che è valso lo sforzo
Wasterv, responsabile della gestione rifiuti, ha infatti osservato che nei primi 30 mesi dall’introduzione della differenziata per l’organico sono state raccolte 26.000 tonnellate a front delle 10.000 che erano in obiettivo.
A comunicarlo è il CEO Tonio Montebello, il quale ha anche comunicato che i rifiuti solidi domestici hanno avuto un aumento dello 0.15%.
Tale aumento va messo in relazione col recente incremento demografico del 3,75%.
In effetti è questo aspetto più che gli aumentati flussi turistici ad avere impatto diretto sulle operazioni di gestione della raccolta e l’utilizzo delle discariche.
L’ampio margine di superamento dell’obbiettivo per l’organico potrebbe attribuirsi a una molteplicità di ragioni, tra le quali una maggiore consapevolezza nella pratica della separazione.
Questo dato è particolarmente incoraggiante dal momento che Wasteserv aveva deciso di investire quasi 3 milioni di euro nello stabilimento di Sant ‘Antnin finché il nuovo impianto per lo smaltimento dell’organico debitamente separato nel nord di Malta sarà in funzione.
Intanto però, il recentemente trascorso 2019 ha visto un aumento del 77% di bottiglie di vetro e del 40% di sacchi grigi. Bene la separazione, ma in aumento la produzione di immondizia.
E gli scarti dell’edilizia e dell’industria?
Secondo le statistiche NSO, edilizia e industria hanno prodotto nel 2018 meno di due milioni e seicentomila tonnellate, con una riduzione di circa il 5% rispetto all’anno precedente.
Restiamo in attesa di comprendere l’impatto delle stesse nell’anno per il 2019 e per l’anno in corso, visto l’aumento di cantieri sparsi per tutto l’arcipelago.