In occasione del mese del Pride, Moviment Graffitti ha tirato le somme sulla situazione attuale dei diritti della comunità LGBTQI+ a Malta che, per il settimo anno consecutivo, ricopre la prima posizione nella Rainbow Map, la classifica dei Paesi europei con le migliori politiche legislative nei confronti della comunità arcobaleno.
In particolare, l’Ong porta all’attenzione tre casi principali che mostrano come la battaglia per l’uguaglianza sia tutt’altro che conclusa. A partire dalla clinica Gender Wellbeing (Benessere di Genere) di Paola, citata per le problematiche dovute alla «lunga lista d’attesa e alla mancanza di uno psichiatra» che rendono impossibile per molti giovani iniziare il difficile processo dell’affermazione di genere.
Moviment Graffitti accusa inoltre il governo di non aver mantenuto la promessa di fornire gratuitamente i farmaci PrEP e PEP, essenziali per prevenire l’HIV, in uno Stato che nel 2022 ha sofferto il tasso più alto del continente in termini di nuove diagnosi di sieropositività. «Chi può permetterselo compra i farmaci, mentre chi non può rischia di contrarre e diffondere il virus», recita il comunicato.
Particolare preoccupazione viene espressa per la situazione dei migranti LGBTQI+ che non si «sentono inclusi né sicuri», nonostante molti di loro per via del proprio orientamento sessuale abbiano già affrontato la detenzione verso i Paesi di origine, in alcuni dei quali l’omosessualità è attualmente criminalizzata e verso i quali rischiano di far ritorno in caso di rifiuto del permesso di soggiorno.
Uno scenario di discriminazione ancora più estremo nei casi di richiedenti asilo LGBTQI+ sieropositivi, che spesso non vengono separati all’interno dei centri di accoglienza e che rimangono sostanzialmente esclusi dai servizi essenziali come la terapia antiretrovirale salvavita e i servizi sanitari di affermazione di genere come il trattamento ormonale considerato «fondamentale per le persone transgender e non binarie».
«Saremo davvero orgogliosi del primato di Malta solo quando tutti i membri della comunità LGBTQI+ vedranno i loro diritti realmente tutelati», conclude la Ong.