Si respira di nuovo aria di bufera attorno al St. Vincent de Paul che nella giornata di lunedì ha annunciato la sospensione di due dipendenti a seguito del filmato, diffuso sui social e riportato integralmente da Times of Malta, che mostra un assistente sanitario mentre si approccia con “violenza” e “forza eccessiva” nei confronti di un paziente della struttura, l’artista 67enne Leonard Portelli, da tempo ricoverato nella casa di cura per una grave forma di depressione.
Nel video in questione si può intravedere Portelli mentre cerca di colpire uno dei due infermieri, il quale prontamente afferra il braccio dell’anziano per poi spingerlo violentemente sul letto. Inutile la resistenza del paziente che si sente nel video urlare invano: «Per favore, lasciami in pace, voglio respirare», mentre l’assistente medico lo tiene bloccato sul letto facendo pressione sul petto.
Non è nota l’identità dell’autore del video, che durante le riprese si rivolge a Portelli intimandolo di tacere mentre inquadra anche altri pazienti presenti nella camera che assistono inermi alla scena. La vicenda sarebbe riconducibile allo scorso 15 novembre.
Intervistato dalla stampa, l’amministratore delegato della struttura ospedaliera, Josianne Cutajar, ha confermato l’apertura di un’indagine interna volta a determinare le colpe dei due assistenti confermando la prima impressione sul video tanto discusso: «A nostro avviso il paziente è stato trattato in modo rude e l’assistente ha usato una forza eccessiva e violenta su di lui».
Nelle ore successive all’ufficialità dell’apertura dell’inchiesta, attraverso le righe del comunicato del Ministero per l’Invecchiamento Attivo si è scoperta l’esistenza di un altro caso di violenze nei confronti di un altro paziente del St. Vincent de Paul, portato all’attenzione del commissario per gli anziani Godfrey Laferla e di HealthMark, la società privata che avrebbe avuto il compito di fornire gli infermieri alla struttura statale.
I due casi avrebbero portato alla sospensione di quattro dipendenti della casa di cura, solo pochi mesi dopo lo scandalo che ha avvolto la scomparsa di Karmenu Fino, l’89enne malato di demenza fuggito nel cuore della notte dalla struttura di Luqa e ritrovato cadavere a Birzebbugia qualche settimana più avanti.
Adesso si attende l’esito delle indagini interne e della polizia per formalizzare l’accusa ai quattro dipendenti coinvolti in questo ennesimo e triste capitolo di malasanità nelle coordinate dell’arcipelago.