Nella giornata di sabato 14 marzo l’associazione di categoria dei medici ha nuovamente preso la parola per chiedere il lockdown di Malta allo scopo di arginare il diffondersi del coronavirus.
Secondo l’associazione di categoria dei medici maltesi (MAM) rinviare il lockdown di Malta allo scopo di arginare il diffondersi del Covid-19 vuol solo dire aspettare che i buoi siano scappati per chiudere la stalla.
Il MAM è intervenuto in risposta alla conferenza stampa del premier Robert Abela durante la quale il Primo ministro ha sostenuto che si metterà il Paese in lockdown solo in caso di «documentata trasmissione locale del virus». Ricordiamo che, fino ad ora, tutte le persone contagiate erano rientrate dall’estero.
Secondo il MAM non esiste un protocollo riconosciuto per affrontare il contagio da Coronavirus, e la cosa migliore da fare sarebbe di apprendere dagli errori degli altri Paesi.
Attendere che il contagio avvenga in maniera «documentata» a Malta significa ignorare che il tempo di incubazione del Covid-19 è di due settimane. Questo vuol dire che ci sono potenzialmente decine se non centinaia di persone che hanno contratto il virus e che ancora non lo sanno. Per non parlare dell’alto numero di asintomatici.
Ciò nonostante, è chiaro che in Cina, in Italia e ora in Spagna le mezze misure si sono dimostrate completamente inefficaci e tutti e tre i governi hanno fatto ricorso a misure drastiche.
L’unico Paese che ha documentatamente sconfitto il virus è la Cina, dove è stata necessaria una misura di contenimento estrema.
L’associazione di categoria dei farmacisti ha emesso un comunicato domenica mattina in cui, unendosi alla richiesta del MAM e dei sindacati dei lavoratori, ha chiesto la messa in isolamento del Paese, incluso lo stop a tutti i viaggi aerei.