Le Autorità sanitarie stanno indagando sulle possibili cause legate al forte picco di contagi riscontrato tra le persone di età superiore agli ottanta anni, registrato nel corso della nuova ondata del virus.
Tra i fattori presi in considerazione sembrano esserci la diminuzione dell’immunità del richiamo vaccinale e l’impatto della nuova variante Omicron caratterizzata da un alto indice di trasmissibilità, che sta colpendo solo ora la fascia della popolazione più anziana.
Il tasso di infezione settimanale tra le persone di età pari o superiore a 80 anni è infatti salito al massimo storico, a differenza delle altre fasce d’età tra le quali si è invece riscontrato un calo dei contagi.
«Bisogna considerare che gli anziani hanno meno interazioni sociali rispetto ai giovani e quindi è corretto ipotizzare che mentre prima erano protetti, ora stanno vivendo la fase più acuta» ha riferito l’epidemiologo Neville Calleja a Times of Malta.
Tuttavia gli over ottanta hanno iniziato a ricevere i booster già a settembre, e per questo motivo, secondo Calleja, è più probabile che l’immunità del vaccino diminuisca prima in virtù anche del fatto che gli anziani, rispetto ai giovani, rispondono meno agli effetti della somministrazione vaccinale.
C’è anche da dire che Malta è stata tra i primi Paesi a somministrare le dosi di richiamo, per questo le Autorità sanitarie non hanno una base solida di dati da confrontare con ciò che succede nelle altre nazioni.
Recenti statistiche globali hanno dimostrato che mentre i tassi di infezione sono aumentati notevolmente, quelli delle ospedalizzazioni sono rimasti bassi rispetto alle precedenti ondate di virus, così come è accaduto anche a Malta. Durante la seconda settimana di gennaio, il tasso di ospedalizzazione settimanale è stato di 9,33 pazienti ogni 100.000 persone, mentre quello legato alla mortalità è stato di 73,8 ogni 1.000.000 di persone; un numero molto più basso rispetto al passato, quando le cifre dei nuovi casi erano più alte.