L’isolamento, la convivenza forzata e l’instabilità socio-economica rappresentano alcuni dei lati oscuri di questo periodo di emergenza Coronavirus che possono comportare per le donne e i loro figli il rischio di una maggior esposizione alla violenza domestica.
Se, da una parte, restare a casa è fondamentale per la tutela della propria salute e quella degli altri, per le donne vittime di violenza la propria abitazione può diventare una trappola. Durante questa reclusione forzata le donne sono esposte a un maggior rischio per la loro incolumità.
Restare a casa, inoltre, rende difficile rivolgersi alle associazioni, in quanto l’unico momento disponibile per contattare i servizi a cui chiedere aiuto è quello in cui la vittima si trova fuori casa (o è fuori casa il partner).
A livello mondiale si è assistito ad un graduale aumento delle segnalazioni di violenza domestica e non solo, anche dell’ aggravarsi di quelle già esistenti: le prime segnalazioni sono infatti arrivate “in anticipo”, un po’ come il Covid-19, dalla Cina. Alcune ONG cinesi hanno dichiarato che tra gli effetti “secondari” dell’epidemia di COVID-19 vi sono infatti un’impennata delle denunce per violenza domestica e delle richieste di divorzio.
Malta purtroppo non è esclusa da questa tendenza e proprio in queste ultime settimane di emergenza è stato istituito un numero gratuito, il 179.
La missione principale del 179 è di fornire aiuto immediato e imparziale a coloro che cercano informazioni, supporto e/o hanno bisogno di mettersi in contatto con i servizi sociali.
Il servizio è gestito da un team di volontari formati professionalmente e si occupa anche di richieste d’aiuto per gli abusi su minori e problemi di droga, alcol e gioco d’azzardo.
Il servizio è disponibile per tutti i cittadini maltesi e stranieri residenti a Malta 24 ore su 24 e sette giorni su sette.