Per il paese è decisamente possibile un balzo indietro agli standard del 2013, e mentre Schembri si esprime con atteggiamenti da molti giudicati xenofobi, si elabora un piano di salvataggio in termini di aiuti economici a imprese e lavoratori.
Se Atene piange Sparta non ride. L’economia globale ed europea in particolare è composta da una fitta rete di relazioni e di rapporti di acquisto e di spesa. E sebbene ci sia chi vede nel post-Coronavirus un possibile momento di rilancio, il primo periodo sarà fonte di sacrifici volti a rialzarsi.
E così, dopo che tutti gli italiani residenti per giorni e ormai settimane hanno ricevuto cattive notizie dal Bel Paese, ora i nuvoloni arrivano anche a Malta, oscurando il sole di quella che sembrava un’economia stabile e che potrebbe invece contrarsi della metà.
Stando alle fonti riportate dal quotidiano in lingua inglese Times of Malta, ammettendo di contenere il flagello entro 3-4 mesi, la ripresa dell’economia potrebbe richiedere un altro anno.
Le stesse stime contano di vedere diminuito di un punto percentuale il PIL del paese.
Ma entrambe le previsioni hanno comunque carattere di supposizione più che di certezza.
E il virus nelle ultime settimane ha fatto ben capire, anche a chi ne aveva fatto oggetto di scherzo su un eccessivo allarmismo italiano, che non si può sottovalutare.
I soggetti deboli
Non stiamo parlando di anziani o malati, sebbene esposti a maggiori rischi da parte di COVID-19.
Parliamo piuttosto dei lavoratori di paesi estranei all’Unione Europea, che negli ultimi anni hanno partecipato a fare la fortuna di Malta con salari più bassi, tasse corrisposte e tanta resilienza data la situazione affitti.
“La carità comincia a casa. Il nostro focus sono i lavoratori maltesi e gozitani. Nel momento in cui i lavoratori stranieri perdono lavoro, dovranno tornare nel loro paese
La carità comincia a casa. Il nostro focus sono i lavoratori maltesi e gozitani. Nel momento in cui i lavoratori stranieri perdono lavoro, dovranno tornare nel loro paese”
Abbiamo sentito o letto in tanti queste parole nelle ultime ore.
Parole che nessuno in questa condizione vorrebbe sentire tra i cittadini europei, figuriamoci chi non lo è.
Parole pronunciate dal Ministro per l’Economia Silvio Schembri, che ora corregge il tiro attribuendo il peso delle sue affermazioni a un’infelice scelta di termini.
Ma sono parole che scavano comunque un solco nell’anima di tutti, maltesi e non.
Parole che pesano ancora di più se pronunciate in una nazione storicamente cattolica in un momento di emergenza umanitaria.
Parole che ci ricordano quanto le entità “Ordine dei Cavalieri di Malta” e “Nazione di Malta” siano oggi ben distinte.
Il primo era ed è dedito a carità e aiuto a prescindere dalla bandiera: infatti il CISOM (Corpo Italiano Sovrano Ordine di Malta) si è mosso in Italia con squadre di volontari e personale sanitario in 14 aeroporti dallo scorso 5 febbraio.
la seconda invece non ha mancato di ricordarci, tramite i suoi rappresentanti, che c’è cittadino e cittadino.
Piani di salvezza
Così come in altri paesi colpiti dal coronavirus, anche Malta sta rapidamente prevedendo le manovre necessarie per la ripresa.
Lo stesso Schembri raccomanda i proprietari di appartamenti di andarci piano e attendere periodi più felici prima di aumentare ulteriormente gli affitti.
Si parla di copertura salariale per le fasce più colpite, ma non a breve termine. Dichiarazioni più chiare in merito sono previste per la fine della settimana.
I datori di lavoro che hanno mandato via i loro dipendenti a causa dell’epidemia resteranno probabilmente esclusi dai contributi di copertura salariale.
Il costo di questi pacchetti aiuto per lo stato si attesterà fra i 10 e 30 milioni mensilmente, riferisce ancora il Times of Malta.
I proprietari delle imprese e lavoratori autonomi vedranno probabilmente i loro pagamenti fiscali e previdenziali di marzo e aprile rinviati.