Un gruppo composto da 26 clienti di No Deposit Cars, si è rivolto al tribunale per chiedere la rescissione dei contratti di acquisto rateizzato delle vetture, sostenendo di essere stati vittima di diverse “ingiustizie” da parte della società; due su tutte: frode ed associazione a delinquere.
La protesta giudiziaria, presentata dagli avvocati Jason Azzopardi e Kris Busietta che guidano il gruppo, è indirizzata a No Deposit Car, alla Princess Holding che la controlla, ed a Christian Borg, suo titolare, finito più volte al centro delle cronache locali, accusato lo scorso anno di sequestro di persona insieme ad altri quattro ventenni.
Secondo le accuse, Borg, e la rete a cui fa capo, avrebbero costretto i clienti a pagare ingenti somme di denaro, a volte anche oltre i 1.000 euro, spesso in un solo mese, a fronte di contravvenzioni inesistenti. Non solo: alcuni clienti sarebbero stati costretti a pagare centinaia di euro al mese per circa tre anni, per veicoli mai richiesti né tantomeno utilizzati.
Borg avrebbe inoltre avuto l’abitudine di emettere fatture con importi pari a 1 centesimo, a fronte di pagamenti di svariate centinaia di euro, portando i clienti a segnalare anche l’ipotesi di frode ai danni del fisco.
Ad un cliente che aveva “osato” lamentarsi per la mancata consegna del libretto di circolazione, sempre Borg avrebbe risposto che «nessuno può farmi nulla, perché ho persone potenti che mi sostengono», suggerendo: «se la polizia ti ferma, dì che l’auto appartiene a me e non ti faranno niente».
Un altro aspetto della vicenda risiederebbe nelle clausole inserite all’interno dei contratti di noleggio o acquisto di un’auto, che in molti casi prevedevano l’installazione di Gps in grado di tracciare 24 ore su 24 i movimenti e la posizione dei veicoli. Secondo gli avvocati, sarebbe infatti palese la violazione della legge sulla protezione dei dati.
Infine, oltre alla risoluzione dei contratti ed il risarcimento per i danni subiti, il gruppo di clienti avrebbe chiesto la protezione della polizia per tutta la durata delle indagini, visti i comportamenti di Borg, che «sembra non temere la polizia e nessuna ripercussione legale, paventando la protezione di una persona molto potente sull’arcipelago».