Secondo la Procura generale non ci sono collegamenti tra la società Egrant e la famiglia di Joseph Muscat.
Nessun collegamento tra la società Egrant e la famiglia del premier maltese Joseph Muscat: a questa conclusione, dopo 15 mesi, è arrivata la Procura generale maltese nell’indagine condotta dal magistrato Aaron Bugeja.
L’inchiesta, aperta in seguito alle rivelazioni della giornalista Daphne Caruana Galizia, ha scagionato da accuse di corruzione il Primo Ministro, la moglie Michelle Muscat, il capo di gabinetto Keith Schembri, il ministro Konrad Mizzi e l’ex commissario UE John Dalli.
Caruana Galizia aveva denunciato che Michelle Muscat sarebbe stata il beneficiario segreto di una società con sede legale a Panama, la Egrant appunto, e che attraverso questa avrebbe ricevuto un pagamento da 1,017 milioni di dollari dall’Azerbaijan.
A sostegno della sua tesi, la blogger maltese aveva fatto riferimento ad alcuni documenti che tuttavia, secondo i risultati dell’indagine, si sono rivelati falsificati e manipolati, così come alcune firme di Michelle Muscat analizzate dalla società indipendente britannica Forensic Document Analysts Keyforensic Services Ltd.
I risultati dell’inchiesta sono stati raccontati in una conferenza stampa dallo stesso Joseph Muscat che, dopo aver promesso di dimettersi se qualche accusa fosse stata confermata, oggi parla della «fine di un incubo».
Nel frattempo è scoppiata la bagarre all’interno del Partito Nazionalista. Il leader Adrian Delia ha destituito il suo predecessore Simon Busuttil, che aveva rilanciato con forza le accuse di Caruana Galizia alla vigilia delle ultime elezioni politiche, e oggi deve difendersi anche dalle richieste di dimissioni da parlamentare.
Lo stesso Busuttil ha contrattaccato, associando Adrian Delia persino al più acerrimo nemico e capo di governo Joseph Muscat.