Abbiamo incontrato gli attivisti di ReLeaf Malta, la Ong impegnata dal 2017 nel chiedere un netto cambiamento di approccio nelle politiche sulla cannabis.
Un tema, quello delle politiche di repressione delle droghe leggere, tornato recentemente di stretta attualità, in seguito al caso di un italiano fermato, e poi sanzionato con una multa di 850 euro, poiché trovato in possesso di 7 grammi di cannabis all’uscita dal catamarano.
Un caso che per ReLeaf «dimostra l’importanza di portare avanti questa importante riforma nella società, favorendo la comprensione che, sebbene questa persona fosse accusata di importare cannabis, in realtà, era per il suo uso personale. Ci deve essere una sanzione se qualcuno tenta di trasportare illegalmente droghe nel paese, ma chiaramente 7 grammi non sono una quantità che valga la pena trafficare».
Innanzitutto, cos’è ReLeaf e perché è nata?
ReLeaf Malta è una ONG che lotta per la legalizzazione e regolamentazione della cannabis a Malta. ReLeaf nasce proprio dal bisogno di affrontare il tema della cannabis in modo scientifico e non adottare più una politica costruita su idee prive di evidenza scientifica, come la gateway theory (teoria del passaggio) e di Just Say No! (campagna proibizionista “war on drugs” avviata da Reagan negli anni ’80, ndr). In gran parte, è grazie a ReLeaf Malta che la discussione sulla cannabis ha spiccato il volo e più gente affronta l’argomento (politici, gente comune, medici etc).
Quali obiettivi si pone?
Gli obiettivi generali di ReLeaf sono “educate, legalise, regulate”.
Educate: informare la gente su cosa è la cannabis (gli effetti positivi, quelli meno, l’importanza del rapporto di THC e CBD, i terpeni etc), introdurre i principi del Harm Reduction (metodi di consumo che fanno meno male alla salute), avviare un dialogo più aperto con chi usa la cannabis a Malta per capire meglio i livelli di consumo etc, senza il rischio di ripercussioni legali.
Legalise: molti Paesi si stanno rendendo conto che quando si criminalizza la cannabis i problemi sociali e i danni alla salute aumentano. Infatti, i 50 anni della war on drugs non hanno fatto altro che incarcerare migliaia di persone con la sola colpa di aver fatto uso o coltivato la cannabis. La legalizzazione porta con se molti vantaggi, tra i quali: assicurarsi di usare un prodotto privo di batteri e ben conservato, che la cannabis non venga venduta ai bambini e/o giovani, stroncare il mercato nero, fare in modo che chi la consuma non finisca in prigione per più di 3 grammi o delle piante.
Regulate: ReLeaf ha sempre sottolineato che per legalizzazione non si intende un mercato libero dove la cannabis viene venduta ovunque e senza vincoli. Anzi, la regolamentazione è molto importante per assicurarsi di non ripetere gli sbagli già fatti per l’alcol, le sigarette e gli zuccheri. Per molto tempo queste sostanze facevano parte di un mercato non regolamentato e quindi senza parametri per chi vende, compra e fa pubblicità. Come si vede da Paesi come il Canada e l’Uruguay, la regolamentazione, lungo tutta la filiera (coltivazione, produzione, trasporto, vendita, consumo) è molto rigorosa. Altri Stati negli USA hanno adottato un modello più libero, anche se includendo dei parametri. ReLeaf crede che sia importante trovare una via di mezzo tra la regolamentazione e l’accessibilità della cannabis. Dopotutto, un mercato legale troppo stretto rischia di non competere con quello illegale.
Perchè affrontare il tema della cannabis senza pregiudizi è oggi tanto importante?
Questa domanda si collega alla mia risposta precedente. In sintesi, anche Malta ci si sta rendendo conto che l’approccio proibizionista ha fatto molti danni e che è ora di cambiare. Anche se la decriminalizzazione della cannabis nel 2015 è stata un passo importante, non basta per assicurarsi che la cannabis sia di buona qualità. In più è importante anche guardare a quello che succede in Europa e nel resto del mondo. È interessante che il Lussemburgo, un Paese piccolo come Malta, stia discutendo seriamente sull’introduzione dell’uso ricreativo della cannabis.
Poco più di un anno fa è stata approvata la legge che disciplina l’utilizzo della cannabis e i suoi derivati a fini terapeutici: qual è oggi la situazione? Vi è una reale accessibilità alle cure?
La cannabis medicinale ha iniziato ad essere presente nelle farmacie lo scorso anno, però ci sono stati vari problemi. Inizialmente, il prodotto si esauriva in pochi giorni, c’erano solo due farmacie che vendevano la cannabis. Ora la situazione va un po’ meglio però ci sono ancora delle criticità: 1) il paziente deve attendere l’ok dalla medicines authority, la prima volta per 15 giorni, poi rinnovo per 3 mesi e poi per 6, oltre alla prescrizione del dottore, valida per un mese; 2) i prezzi sono alle stelle, 16/17 euro per grammo quando nel resto d’Europa gli stessi prodotti costano 6/8 euro; 3) prodotti a base di CBD ancora non disponibili anche se si è in possesso della ricetta del medico; 4) sono presenti solo tre prodotti con un THC superiore al 20%.
E per quanto riguarda l’uso ricreativo, qual è oggi la situazione a livello normativo?
E’ stato depenalizzato il possesso fino a 3 grammi, ma con quantità superiori si rischia il carcere. Specialmente se sono piante e quindi la polizia potrebbe interpretare il fatto come traffico.
Quali proposte e prospettive per il prossimo futuro?
Legalizzare e regolamentare la cannabis nel prossimo futuro, possibilmente entro il 2020; introdurre la possibilità di coltivare un certo numero di piante per uso personale; promuovere l’uso responsabile della cannabis e la Harm Reduction; sostenere il rilascio di persone in carcere per l’uso della cannabis e la distribuzione (piccoli spacciatori e coltivatori).
Proporre un modello maltese che trovi un equilibrio tra la regolamentazione, i diritti personali e il benessere della società: quindi che non sia basato sul grande business, ma che prima di tutto abbia a cuore il benessere di chi usa la cannabis e che promuova una conoscenza approfondita della cannabis, proteggendo così anche i piccoli coltivatori.