Già discussa nel 2021, è tornata alla ribalta la necessità del mettere in atto una regolamentazione efficace nel settore del pet sitting, affinchè vengano tutelati e garantiti il benessere e la salute degli animali posti sotto la responsabilità di persone incaricate di prendersene cura.
La questione è divenuta ora urgente dopo che un pastore tedesco di 3 anni di nome Kim è stato trovato morto ai piedi di una scogliera a Gharb, Gozo; i proprietari lo avevano affidato ad un pet sitter mentre si trovavano all’estero. Il luogo in cui il cane è stato rinvenuto sembrerebbe essere stato quello solitamente frequentato da chi lo aveva in cura temporaneamente, per far correre gli animali liberi senza guinzaglio, vicino ad una scogliera.
La notizia della scomparsa di Kim è stata diffusa sui social dall’Association for Abandoned Animals (AAA) una Ong che si occupa di cani abbandonati, e che già nei giorni precedenti la tragedia aveva sollevato la problematica. Nel post, in cui è presente anche la foto di Ruby, un altro cane scomparso a quanto pare mentre era sotto la responsabilità dello stesso pet sitter di Kim, e viene menzionata la morte di un altro animale collegata sempre alla stessa persona, l’associazione si scaglia contro la mancanza di una regolamentazione nel settore.
«Basta entrare in questa pagina Facebook di “petsitter” e si vede un gruppo di cani senza guinzaglio che corrono sulle scogliere, un passo sbagliato e possono cadere e morire. È tempo di regolamenti e licenze. Non può essere che tutti nelle nostre isole un giorno possano svegliarsi e decidere di essere quello che vogliono: un pet sitter, un addestratore di cani, un allevatore, una pensione per cani, una scuola per cani e persino fare “terapia” per gli umani con gli animali!», tuona la Ong, aggiungendo: «Nei Paesi seri, tutto questo è regolamentato».
La proposta di instaurare un quadro normativo solido per i servizi di pet sitting, toelettatura e addestramento era stata già proposta nel 2021 dal Commissario per il benessere degli animali, Alison Bezzina, senza che però si sia tradotta in nulla di concreto. Si spera quindi che quanto accaduto a Kim possa ora dare la spinta giusta verso una riforma nel settore, affinchè casi simili non si ripetano mai più.
Attraverso un comunicato stampa diffuso nella giornata di lunedì, Bezzina ha sottolineato che «il ruolo del Commissario per il benessere degli animali è principalmente consultivo e può formulare raccomandazioni al Ministero interessato. Tuttavia, il Commissario non dispone del potere esecutivo e delle risorse necessarie per applicare in modo indipendente i cambiamenti».
Detto questo, prosegue la nota, «I precedenti storici dimostrano che la pressione e le proteste dell’opinione pubblica sono state determinanti nello stimolare l’azione del governo. Molte raccomandazioni si sono tradotte in cambiamenti tangibili grazie alla voce coesa dei cittadini preoccupati. Questo “sentimento pubblico” ha costretto il governo a riconoscere l’importanza di questi suggerimenti e ad attuarli».
«I pet sitter svolgono un ruolo fondamentale nel garantire il benessere degli animali domestici quando i proprietari sono assenti. Tuttavia, l’assenza di normative standardizzate si traduce in qualifiche, pratiche e livelli di responsabilità variabili all’interno del settore. Alla luce dei recenti eventi, è fondamentale colmare questa lacuna e rafforzare gli standard per i servizi di pet sitting» scrive Bezzina, evidenziando che il quadro normativo proposto è composto sostanzialmente da due elementi.
Un sistema di licenze che impone il rispetto delle qualifiche prescritte, degli standard etici e di una comprensione globale della cura degli animali. In questo caso, «I pet sitter autorizzati verrebbero sottoposti a rigorosi processi di controllo per garantire competenza e dedizione al benessere degli animali loro affidati».
Tutto questo – e qui entra in gioco il secondo punto – sotto la supervisione ed una valutazione continua per verificare la conformità alle norme stabilite.
Una soluzione, questa, che garantirebbe non solo la salvaguarda degli animali, ma anche quella dei loro proprietari che potranno così prendere decisioni “informate” riguardo i vari operatori, considerando anche la difficoltà nel rivalersi legalmente nei confronti di persone irresponsabili qualora accada qualcosa mentre gli animali sono affidati alle loro cure.
«È giunto il momento di colmare il divario in termini di supervisione, responsabilità e professionalità all’interno di questo settore. È necessario istituire un solido quadro normativo per garantire la sicurezza, la dignità e la felicità dei nostri amati amici a quattro zampe» afferma il comunicato, che poi conclude: «Il Commissario per il benessere degli animali esorta il governo ad attuare rapidamente queste norme essenziali. Inoltre, è fondamentale che i cittadini preoccupati esprimano le proprie opinioni, sfruttando l’influenza collettiva per incoraggiare il governo a intraprendere le azioni necessarie».