Non ce l’ha fatta il povero Bronko, uno dei 27 cani soccorsi nei giorni scorsi da un’abitazione situata in Triq Gharram a Zebbug dai funzionari del Dipartimento per il benessere degli animali.
Nonostante le cure, il cane di razza bully non è riuscito a sopravvivere alle gravi lesioni subite dopo essere stato maltrattato e abbandonato da chi avrebbe dovuto prendersene cura più di chiunque altro: il proprietario. La situazione era parsa sin da subito disumana: condizioni igienico sanitarie pessime, animali legati con catene di metallo, ricoperti da ferite e segni di abusi. Tra di loro anche due “mamme” con le rispettive cucciolate.
«Purtroppo Bronko, uno dei cani salvati all’inizio di questa settimana dall’Animal Welfare, ha perso la sua battaglia a causa delle gravi ferite riportate» ha annunciato sui social il Dipartimento, aggiungendo che negli ultimi giorni i veterinari hanno fatto «tutto il possibile» per salvarlo ma purtroppo non c’è stato nulla da fare; nel frattempo, gli altri cani «stanno ancora ricevendo le cure necessarie».
Questo è solo l’ultimo dei tanti, troppi casi di maltrattamenti sugli animali segnalati negli ultimi anni, senza considerare gli abbandoni, l’ultimo reso noto – e probabilmente non quello registrato – risalente a due giorni fa, quando un cane fox terrier e un coniglio sono stati trovati rannicchiati l’uno vicino all’altro sul sentiero dei Chadwick Lakes. Mentre sono sempre più frequenti gli appelli provenienti dai volontari dei canili e dei rifugi ormai al collasso, sembra più che mai evidente la necessità di una solida riforma del settore, con leggi severe e stringenti nei confronti di chi abbandona e maltratta gli animali.