“Questo prolungamento del periodo di transizione molto probabilmente verrà attuato, e ritengo ci dia maggior spazio per preparare nel miglior modo le relazioni future”
Queste le parole di Jean Claude Junker, Presidente della Commissione Europea, espresse all’agenzia di stampa euronews al termine dell’incontro tra i leader europei che si è tenuto mercoledì scorso per discutere di un possibile accordo con la Gran Bretagna sulla Brexit.
Il prolungamento del periodo transizionale post Brexit è il risultato principale emerso dal vertice, accolto con soddisfazione da tutti i rappresentanti degli stati membri presenti.
Il Presidente del Consiglio d’Europa Donald Tusk ha commentato: “Penso che oggi ci siamo avvicinati alla risoluzione finale dell’accordo. Questa è forse un’impressione più emotiva che razionale, ma come ben sapete le emozioni hanno la loro valenza anche in ambito politico”.
Di diversa opinione è il primo ministro inglese Theresa May, la quale preferisce mettere al centro della conversazione la questione del confine nord irlandese: “Siamo qui senza fare quello che davvero conta, non dovremmo essere riuniti per decidere sull’estensione del periodo post uscita dall’Unione, ma per trovare una soluzione alla situazione di stallo sulla questione nord irlandese.”
Sia Europa che Gran Bretagna vogliono scongiurare la creazione di “confini duri” tra Nord Irlanda ed Irlanda.
Il nodo della questione stà altresì rivelandosi essere proprio questo, causando rallentamenti significativi alla finalizzazione dell’accordo.
Interpellato al termine dell’incontro, il primo ministro maltese Joseph Muscat ha per questo evidenziato come le parti in causa siano ancora lontane dall’ultimare l’accordo proprio in seguito alla questione irlandese.
Tutto è stato così rimandato al summit di novembre, anche se il premier ritiene preferibile non speculare sul suo esito.
“Non siamo in grado di dire se ci arriveremo a novembre o dopo, ma è chiaro che il tempo stringe fortemente” sono le parole di Muscat riportate dal Times of Malta.