Potremmo descrivere come tumultuoso il momento che sta affrontando la sanità maltese negli ultimi mesi e che, come denunciato dal Malta College of Obstetricians and Gynaecologists, ha portato all’annullamento di più di 80 interventi ginecologici imputabili all’attuale sciopero di ostetriche e infermiere, con il Collegio che si dichiara preoccupato in particolare per la situazione dell’ospedale Mater Dei:
«Riteniamo che l’impatto di queste azioni sindacali sia pericoloso per i pazienti. Finora sono state annullate più di 80 procedure chirurgiche ginecologiche, la maggior parte delle quali sono state programmate per indagare su sintomi che potrebbero essere indicativi di cancro»
Tale preoccupazione esternata dal MCOG si riferisce ad una progressiva “fuga” di infermieri, in particolare dal Mater Dei, sempre più stanchi della continua lotta contro stress e carenza di personale denunciata a più riprese dagli addetti ai lavori, confluita nella reazione condotta dal sindacato degli infermieri (MUMN), in lotta da diverse settimane con il Ministero della Salute e con il Governo per richiedere migliori condizioni salariali e di benefit alla categoria degli infermieri e degli ostetrici.
Dopo diversi giorni segnati dal braccio di ferro tra sindacato e governo, dalla promessa di cercare ulteriori finanziamenti al deferimento alla conciliazione, nelle scorse ore, poco prima della riunione in programma nel pomeriggio di mercoledì, è arrivato l’annuncio del passo indietro del MUMN che avrebbe confermato come dalle 7:00 di giovedì 13 aprile le azioni sindacali intraprese saranno sospese.
Via libera quindi del MUMN ad infermieri ed ostetrici per tornare ad indossare i propri camici limitando la protesta, però, alla direttiva di non intraprendere azioni preoperatorie, fatta eccezione per le operazioni oncologiche confermate e le operazioni pediatriche.
Sempre il sindacato ha fatto inoltre sapere che convocherà un’assemblea generale straordinaria nel corso della quale i 4.000 membri saranno chiamati ad esprimere il proprio voto sulle proposte offerte dal governo.
Nonostante la situazione sindacale che vi abbiamo appena raccontato sembra andare incontro ad un progressivo ridimensionamento, questo periodo si attesta come un ulteriore duro colpo per le sale operatorie che, già a causa della pandemia, avevano assistito inermi al progressivo aumento dei tempi di attesa per trattamenti che richiedono tempestività come quelli oncologici.