La Planning Authority ha ufficialmente dato il via libera per la costruzione del progetto fornito dalla J. Portelli Projects, società di proprietà del magnate dell’edilizia Joseph Portelli, chiamato a “sostituire” il Dolphin Center collocato di fronte alla Balzan Urban Conservation Area e attualmente in disuso.
Il progetto prevede la costruzione di un complesso di 9 blocchi residenziali di quattro piani che ospiteranno 88 appartamenti, alcuni dei quali posizionati sul tetto della struttura e progettati per contenere attici con piscina, oltre due aree interrate dedicate ai garage e 2.400 metri quadrati di negozi a piano terra.
Nelle ultime ore, però, diverse polemiche si sono susseguite relativamente alle problematiche che l’edificazione della struttura comporterebbe.
A partire dalla rimostranza dell’ex ministro delle Infrastrutture, nonché architetto, Jesmond Mugliett, il quale, in rappresentanza dei residenti preoccupati delle modifiche strutturali e dall’aumento della densità del territorio a cui si andrà incontro, ha avvertito come il processo di vendita degli spazi all’interno della struttura, avvenuto prima della concessione rilasciata dalla PA, abbia inevitabilmente influito sul verdetto dell’autorità preposta.
Infatti, come denunciando dallo stesso Mugliett, lo stesso studio di progettazione avrebbe solo in seguito presentato una seconda domanda per altri negozi e appartamenti in progetto di essere edificati in un sito vicino, precedentemente di proprietà dell’ex ministro John Dalli.
Secondo l’ex ministro delle Infrastrutture, inoltre, tale pratica di suddividere il progetto in più applicazioni causerebbe alcuni vizi negli studi di tollerabilità sull’impatto visivo, del traffico e della gestione delle acque piovane, parallelamente ad una serie di altri elementi che avrebbero favorito la concessione:
«Anche l’edificazione del giardino all’interno degli appartamenti, denunciata in seguito, avrebbe un forte impatto sulla gestione delle acque piovane»
In difesa del progetto è intervenuta l’architetto incaricato, Maria Schembri Grima, negando ogni correlazione con John Dalli e qualsiasi pratica scorretta ipotizzata dalle accuse dell’ex Ministro spiegando, inoltre, come la domanda sia stata suddivisa poiché lo sviluppatore del progetto avrebbe acquistato il secondo sito solo successivamente.
Anche l’architetto Joanna Spiteri Stains ha esternato le sue perplessità sul fatto che il progetto violerebbe il piano locale che identifica l’area di conservazione urbana e le altezze consentite violando, in questo modo, una legge che limita lo sviluppo ad una profondità di 30 metri, come affermato dalla stessa Stains e da una residente che ha evidenziato la presenza di un pozzo non documentato all’interno dei piani di sviluppo.
Tra i dissidenti al progetto figura anche la Coordinatrice di Flimkien għal Ambjent Aħjar Astrid Vella che, soffermandosi sulle interpretazioni delle leggi da parte del funzionario competente ha spiegato come, approvando il progetto, le proprietà vicine non saranno più in grado di usufruire pienamente del proprio diritto allo sviluppo, costituendo così una violazione dei diritti di proprietà.
Un’altra testimonianza che ha acceso il dibattito è stata quella presentata dall’architetto Toni Bezzina e dal sindaco di Balzan, Angelo Micallef, i quali hanno evidenziato come durante i lavori non siano state prese le dovute precauzioni per tutelare gli alberi centenari presenti all’interno e nei dintorni della struttura.
A tal proposito, sempre Astrid Vella si è espressa ritornando sulla suddivisione delle domande accusando, inoltre, come tale pratica possa aver compromesso qualsiasi valutazione relativa all’impatto ambientale avvertendo che la Flimkien Ghall-Ambjent Ahjar starebbe valutando di presentare il caso al giudizio della Corte europea.
E’ pertanto costellata di dubbi e incertezze da parte dei residenti e delle associazioni ambientali la costruzione di questa struttura che, però, è stata presa d’assalto da numerose famiglie in cerca di una nuova sistemazione disponibile dall’inverno 2023.