Le dogane maltesi, dopo essersi dotate di avanzati strumenti tecnologici, hanno aumentato in maniera vertiginosa i sequestri di beni contraffatti.
Non si arresta l’ingresso nel paese di cloni e imitazioni di marchi famosi. La Cina è l’esportatrice di maggiore spicco soprattutto per quanto riguarda la telefonia cellulare e gli orologi.
L’eccellenza dei marchi prodotti in Italia ci ha ben abituati al fenomeno della contraffazione, dal momento che il Made in Italy ne è ormai, da tempo immemore, bersaglio.
In Italia il Decreto Crescita 2019 del 30 aprile ha stabilito l’iscrizione a un registro di “Marchi storici di interesse nazionale” per quelle firme presenti comunemente sul mercato da almeno 50 anni o registrati da un medesimo numero di anni, oltre all’istituzione di un apposito logo per marchi storici inseriti in tale elenco.
Se quanto sancito dal Decreto potrà o meno tutelare maggiormente le proprietà intellettuali lo si potrà vedere solo nel lungo periodo, frattanto le contraffazioni continuano a circolare, sia dentro che fuori la nostra nazione.
Che siano o meno copie di prodotti italiani, il numero e la varietà di questi prodotti a Malta lascia sbalorditi per un totale di 2.434.450 merci su 181 casi rilevati grazie ai sequestri, con un aumento del 63% rispetto all’anno precedente.
I dati non devono però trarre in inganno: questi sono infatti anche frutto del miglioramento nei servizi dei funzionari doganali, quindi è possibile che tali numeri fossero gli stessi anche in passato, con la differenza che oggi assistiamo a un aumento di sequestri.
I funzionari hanno scoperto più di un milione di euro in contanti non dichiarati negli ultimi dieci mesi grazie a tali traffici: gli interventi riguardano per lo più pacchi postali e corrieri, per circa l’81%.
Oltre la Cina altri paesi sono coinvolti nell’importazione di contraffazioni a Malta: Macedonia del Nord e Turchia sono ai primi posti per profumi e altri prodotti di cosmetica, India e Cambogia per sigarette, Bosnia ed Erzegovina per materiale di imballaggio.