In occasione della Festa dei lavoratori, Moviment Graffitti, insieme ad una coalizione di organizzazioni, ha dato vita alla campagna “Giustizia per i Lavoratori” nel corso di una conferenza stampa tenutasi sotto il simbolico monumento di Manwel Dimech in Piazza Castille.
L’iniziativa, sostenuta da un documento che esamina le attuali ingiustizie nel panorama lavorativo locale formulando sette richieste per una maggiore equità, mette in luce la crescente disparità economica, lo sfruttamento dei lavoratori e le condizioni lavorative insoddisfacenti che influiscono negativamente sulla vita di migliaia di persone.
Le critiche al governo non sono mancate, con l’accusa di non proteggere adeguatamente i diritti dei lavoratori, di non aumentare i salari in modo sufficiente e di non affrontare le nuove forme di sfruttamento come quella della gig economy. Inoltre, il governo è stato accusato di rallentare l’attuazione delle misure europee per il miglioramento del bilanciamento tra vita lavorativa e familiare.
La campagna ha sollevato anche il problema dell’emigrazione dei lavoratori maltesi, specialmente giovani e laureati, che preferiscono cercare opportunità all’estero. La situazione economica, con l’aumento dei costi della vita e la stagnazione dei salari, ha contribuito a questa tendenza, e gli attivisti hanno sottolineato che «in termini di potere d’acquisto, Malta è tra i sette Paesi dell’UE con il salario minimo più basso e tra gli otto Paesi dell’UE con il salario medio più basso».
Un punto chiave della campagna è la richiesta di revisionare i salari minimi per garantire un reddito dignitoso e di migliorare le condizioni lavorative attraverso misure obbligatorie di bilanciamento tra vita lavorativa e privata, come la riduzione dell’orario di lavoro e i permessi retribuiti per maternità, paternità e assistenza. Inoltre, «l’economia sempre più in crescita di Malta dipende ora in modo significativo dalla manodopera straniera a basso costo, con salari bassi e aumento dello sfruttamento (..) e le misure amministrative imposte dal governo lasciano molti lavoratori migranti dipendenti dai loro datori, incapaci inoltre di combattere lo sfruttamento.
Le organizzazioni coinvolte hanno sottolineato che i lavoratori non sono meri strumenti da sfruttare, ma persone che meritano dignità, diritti e compensi adeguati. Nello specifico, ecco l’elenco dei sette punti sui quali verte la campagna:
- Revisione dei salari alla base della gerarchia salariale per un aumento sostanziale del salario minimo che garantisca un reddito dignitoso.
- Migliorare le condizioni di lavoro per tutti i lavoratori attraverso misure obbligatorie di bilanciamento tra vita lavorativa e privata, come una settimana lavorativa più breve e più permessi di maternità, paternità, genitorialità e assistenza pagati.
- Revisione delle obsolete leggi sul lavoro di Malta per affrontare efficacemente le nuove realtà di sfruttamento.
- Garantire che un ente pubblico sia responsabile del seguito delle segnalazioni di abusi dei lavoratori, in tutte le sue diverse forme, e intraprendere azioni efficaci contro di esse.
- Rimozione delle misure amministrative che pongono strutturalmente i lavoratori migranti alla mercé dei loro datori di lavoro, alimentando così lo sfruttamento, oltre a rimedi efficaci contro gli abusi.
- Introdurre regolamenti vincolanti sui prezzi degli affitti e dei beni di prima necessità, al fine di prevenire abusi guidati dalla sete di profitto e di tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori.
- Promuovere la partecipazione dei lavoratori nella presa di decisioni.
La campagna “Giustizia per i Lavoratori” ha ricevuto il sostegno di numerose organizzazioni, tra cui Aditus Foundation, Alleanza Kontra l-Faqar, Betapsi, Blue Door Education, Dance Beyond Borders, Earth Systems Association, Jesuit Refugee Service – Malta (JRS), Justice and Peace Commission, Kunsill Nazzjonali taż-Żgħażagħ (KNŻ), Kunsill Studenti Universitarji (KSU), Moviment Graffitti, Solidarjeta’ – Workers’ and tenants’ union, Young Progressive Beings (YPB) e Żgħażagħ Ħaddiema Nsara (ŻĦN).