Il parco pubblico di Gzira non si tocca. È il monito lanciato dall’Amministrazione comunale del paesino, che recentemente ha presentato ricorso contro la realizzazione di una stazione di servizio, che secondo i piani dell’Autorità del Territorio sorgerà al posto di una porzione di una delle poche aree verdi rimaste a Gzira.
In tal senso, secondo quanto riportano i media locali, l’Ente del Territorio avrebbe già notificato al Comune la revoca dell’affitto di un’area pari a circa 930 metri quadrati del parco. Una decisione non accettata dal Consiglio comunale guidato dal Sindaco Conrad Borg, che ha quindi deciso di andare per vie legali, affidandosi ad un avvocato specializzato in cause di carattere ambientale.
All’interno del ricorso, il legale avrebbe specificato come il Comune di Gzira abbia sempre pagato l’affitto del terreno regolarmente dal 2000, anno in cui ha preso in gestione l’area. Stando a quanto afferma il Consiglio comunale, all’Amministrazione non sarebbe stato concesso il diritto di dare la propria opinione sul progetto, tantomeno di esprimere il diritto di prelazione. Sempre secondo il Comune, l’Autorità del Territorio non avrebbe espresso valide motivazioni per annullare il contratto di locazione del terreno.
La mozione infatti, recita che “L’Ente nega al Comune di affittare e amministrare un giardino pubblico per motivi misteriosi, violando così i suoi obblighi di amministrare nel miglior modo possibile la proprietà pubblica e negando al pubblico la fruizione del giardino per motivi inappropriati”.
Nello specifico, il progetto prevede il trasloco all’interno del parco dell’attuale stazione di servizio all’ingresso di Manoel island, posizionata a soli 100 metri dall’area verde oggetto delle polemiche. La decisione sarebbe la conseguenza di un progetto più ampio, che prevede un nuovo collegamento della strada regionale con il comune di Gzira.
L’obiettivo dell’Amministrazione è chiedere al tribunale del riesame amministrativo la revoca completa del procedimento, per continuare a gestire l’area in maniera autonoma e lasciare ai cittadini quel poco di verde rimasto a loro disposizione.
Ci prendono per fessi? La manfrina dello spostamento della stazione di servizio nasconde l’ennesima truffa speculativa: vedrete che sopra la “stazione di servizio” sorgerà un bel condominio di 8 piani almeno. Visto che la magistratura maltese dorme sonni tranquilli sarebbe bene che almeno la stampa si desse una sveglia e iniziasse una bella indagine giornalistica sul retroscena di questa “Autorità del Territorio” che sta letteralmente massacrando l’isola (vedi anche la recente decisione di dislocare un impianto fotovoltaico sul sito archeologico di Mgarr). Incominciamo dalle cose semplici: chi sono i funzionari responsabili di questa decisione? A chi verrà assegnato questo spazio? Ci sono connessioni tra l’uno e l’altro? Forza Corriere di Malta, al lavoro!