Nello specifico, con queste modifiche il numero di alloggi dedicati agli ospiti aumenterà del 40% mantenendo la premesse che tutte le stanze siano orientate in modo tale da offrire la vista sul mare.
La Planning Authority ha così approvato la domanda durante la prima riunione del consiglio dopo la nomina del contabile Emmanuel Camilleri nei panni di Presidente che, secondo i media locali, si sarebbe espresso sul progetto elogiandone il design innovativo e la portata dell’opera di riqualificazione:
«Sostengo questa proposta che è approvata dall’Autorità per il Turismo di Malta, dall’Autorità per l’Ambiente e le Risorse e la SCH che ha sostenuto il progetto in termini di impatto sugli edifici storici del territorio».
Nella realtà dei fatti, non è stato così idilliaco il primo impatto del progetto con l’Autorità per l’Ambiente e le Risorse (ERA) che, durante la valutazione dell’impatto ambientale (VIA), aveva identificato alcune criticità riguardo le problematiche relative alla vista e alla geologia dell’ambiente. Questi non sono gli unici elementi posti in evidenza dall’ERA che ha inoltre indicato alcune problematiche che potrebbero influenzare il patrimonio culturale, ecologico e paesaggistico di Mellieha.
Però, a seguito della conduzione di una relazione di valutazione che non ha individuato impatti significativi legati all’avifauna, si è determinato che la proposta e le opere associate al progetto non dovrebbero incidere sui siti della rete Natura 2000 e, la stessa ERA, non ha sollevato obiezioni alla proposta.
Anche la Soprintendenza ai Beni Culturali (SCH) ha richiamato l’attenzione sulla presenza di strutture significative aventi valore di patrimonio culturale nelle immediate vicinanze del complesso, in particolare, le strutture di Grado I di Tal-Bir avvisando, inoltre, sullo stravolgimento dell’impatto visivo di Marfa vista da Comino e dalle imbarcazioni nel Canale di Gozo:
«Questo sviluppo sovvertirà l’attuale percezione di Malta vista dall’incrocio il-Fliegu che sarà per sempre condizionata e rovinata dall’enorme struttura che si estenderà sopra lo skyline».
A tal riguardo, la direzione della Gestione dello Sviluppo (GDU) ha affermato che, considerate le preoccupazioni della SCH in merito all’impatto visivo, la proposta cercherà una parziale riprogettazione degli edifici per diminuire il volume dell’hotel.
Inoltre, sempre secondo la GDU, il piano verrà posto in approvazione in quanto sarebbe in linea con il Piano Strategico per l’Ambiente e lo Sviluppo (SPED), con il Piano Locale Nord Ovest (NWLP) e con le Linee guida per la progettazione del controllo dello sviluppo (DC15), come si evince dal Report che sottolinea come:
«Il piano promuoverà un re-branding delle isole maltesi rendendole una destinazione appetibile in tutto il mondo».
Non tutti positivi i pareri riguardo i lavori che interesseranno il Ramla Bay Hotel, a partire da quello di ONG come Din l-Art Helwa, Nature Trust e Friends of Earth Malta, la cui segretaria di consiglio, Claire Bonello, ha così tuonato:
«La struttura diventerà più ingombrante di quella esistente. Non dovremmo usare un mostro esistente come scusa per giustificare un mostro ancora più grande».
In linea con le proteste degli attivisti, nelle ultime ore si vocifera di un atto che verrà proposto per garantire che l’estensione dell’hotel sia limitata alla struttura ricettiva.
Ecco un altro disastro ambientale. Questa volta, però, rigorosamente “con vista mare”.