Si sono radunati davanti all’ufficio del Primo Ministro, Robert Abela, gli attivisti della Ong BirdLife Malta che, lunedì mattina a Valletta, attraverso un’azione simbolica, hanno inscenato la triste permanenza di molti volatili di passaggio a Malta.
In piedi sui gradini di Piazza Castille, muniti delle fotografie degli esemplari di uccelli migratori e con sottofondo musicale il canto di alcune specie, i partecipanti sono crollati a terra ogni volta che la melodia veniva interrotta dal suono degli spari, sostituendo le immagini con quelle degli esemplari protetti massacrati dai bracconieri.
Esposti anche due grandi striscioni: uno che esorta a combattere contro coloro che infrangono la legge e l’altro che denuncia la piaga della caccia illegale delle specie protette indicando come unico responsabile il Primo Ministro.
«Negli ultimi anni, le leggi sulla protezione degli uccelli hanno iniziato ad essere sistematicamente indebolite per garantire che i bracconieri riuscissero a farla franca» ha dichiarato BirdLife, sottolineando che «le leggi, come quelle che regolano la tassidermia sono state modificate per renderle inapplicabili, mentre altre, come la legge sulla caccia ai conigli selvatici, sono state modificate per creare chiare scappatoie affinché i cacciatori possano uccidere gli uccelli anche oltre il periodo venatorio».
La Ong si è poi scagliata contro Robert Abela, che «ha ceduto alla richiesta della lobby dei cacciatori rimuovendo il coprifuoco che permetteva agli uccelli di specie protetta di riposarsi in sicurezza dopo il tramonto» aggravando il fenomeno del bracconaggio, soprattutto durante il periodo migratorio.
A questo, evidenziano gli attivisti, si aggiunge anche la totale inerzia sulla questione della tassidermia, il fulcro di ogni problema, e sulle grandi collezioni di volatili di proprietà dei cacciatori ai quali in passato furono concesse amnistie.
«Il sistema di controllo di queste collezioni è stato interrotto più di dieci anni fa, ma i cacciatori continuano a scambiarsi volatili tra loro, anche se è illegale farlo» dichiara BirdLife, sottolineando che tutto ciò è anche ad opera del ministro di Gozo, Clint Camilleri, che «con la benedizione del Primo Ministro Robert Abela ha emesso un avviso legale senza consultare il comitato ORNIS, a pochi giorni dalle ultime elezioni generali».
La Ong ha poi posto l’attenzione sulla mancanza di risorse che sorveglino le attività illegali, affermando che «Il governo guidato da Abela, aiutato da Camilleri, è così deciso a compiacere la lobby dei cacciatori che è riuscito anche a ridurre le risorse dell’Ente di Protezione Ambientale (EPU) all’interno delle forze di polizia a Malta, mentre il territorio gozitano rimane un’area in cui l’EPU non è autorizzata ad operare».
Tutto ciò si verifica in un contesto in cui la Commissione Europea non solo ha aperto procedimento di infrazione per quanto riguarda tutte le deroghe alla caccia e alla cattura a Malta, ma ha anche avviato procedimenti sulla mancata applicazione della normativa sulla protezione degli uccelli, come previsto dalla Direttiva europea.
«L’atteggiamento adottato da Robert Abela di continuare a compiacere a tutti i costi la lobby dei cacciatori ha alimentato nei cacciatori stessi la sensazione di essere intoccabili e di poter fare ciò che vogliono, anche infrangere la legge, sapendo che difficilmente ne pagheranno il prezzo» ha concluso BirdLife, tuonando: «Questa è colpa del Primo Ministro, ed è giunto il momento che si assuma la piena responsabilità della questione!».